Suonano la carica i ragazzi padovani che rispondono al nome di Elizabeth The Second. Ben Moro, Michele Venturini e Luca Gallato piazzano il loro primo biglietto da visita con tutto l’impeto e la carica che va messa in un esordio che deve solleticarci a dovere. Sfruttano al meglio l’occasione e in 5 brani diretti, impetuosi e fottutamente melodici ci ricordano quanto sia bello lasciarsi andare, trasportati dal suono delle chitarre.
Si perchè gli Elizabeth The Second fanno guitar-rock, ne più ne meno e non nascondono di certo le loro influenze, che arrivano da svariati ascolti di band capitanate da gente come Damon Albarn, Pete Doherty e Julian Casablancas (li lascio a voi i riferimenti precisi, dai), ma quello che mettono decisamente in campo i “nostri” ragazzi (ed è tutta farina del loro sacco) è l’attitudine giusta. Quella è roba che anche ad ascoltare i Libertines tutto il giorno non è che viene per magia. Non sono brutti, sporchi e cattivi, ma sanno buttar il cuore oltre all’ostacolo e sanno cosa vuol dire fare del (brit) rock che ci faccia muovere e sudare. Il terzetto è rodato, viaggia solido e carburato: la sezione ritmica è decisa e non sbaglia un colpo nel sostenere l’estro chitarristico del buon Ben Moro che non inventa nulla, ma sia quando va a tutta birra sia quando fa il piacione fintamente svogliato (“Gimme One Euro”) o alza la bandiera del pop ammiccante (“Yesterday I Was 20”) è una delizia.
Avanti così ragazzi!