Formati nell’ormai lontano 2005 a Glasgow dai fratelli David e Katie Pope, The Just Joans sono ritornati questo weekend con questo nuovo LP, pubblicato da Fika Recordings, che arriva a distanza di poco più un paio di anni dal precedente, “You Might Be Smiling Now”…”.
Descritto dalla press-release come “una raccolta profondamente personale di brani che ricordano in modo vago il passato e contemplano la futilità del futuro”, il nuovo album vede la presenza di Alison Eales (Butcher Boy) che si è occupata degli arrangiamenti degli archi e ha portato ulteriore freschezza ed eleganza al tono del gruppo indie-pop scozzese.
I due fratelli scozzesi si dividono i main vocals che, a questo giro, sono accompagnati anche da fiati, synth e archi in quello che è un tono indie-pop sincero e delicato che li ha portati a paragoni con gente come i connazionali Belle & Sebastian.
Andiamo a esplorare il disco e troviamo una perla come “Dear Diary, I Died Again Today”, che vede Katie ai main vocals: il tono soft e malinconico del brano affiancato da ottimi archi e da arrangiamenti orchestrali è una vera delizia sinfonica e celestiale per le orecchie di chi sta ascoltando.
La successiva “My Undying Love For You Is Beginning To Die” (fantastico titolo!) usa i synth e crea divertenti melodie grazie anche all’aiuto di una drum-machine: sembra perfetto come prossimo inno per un dancefloor di un indie club britannico, ma non solo.
La nostra preferita del disco è il singolo “The One I Loathe The Least”: indie-pop puro, elegante, intimo, senza una minima sbavatura, con quel tocco melodico dolce-amaro che la rende così speciale. Sarà la voce di Katie, saranno gli ottimi arrangiamenti, sarà il calore che sa emanare, ma questa canzone ci rimane nel cuore sin dal primo ascolto.
Anche i synth cupi di “Another Doomed Relationship”, che parla appunto di una relazione difficile, sono comunque gradevoli accompagnati da quei deliziosi coretti e da quei leggeri beat che sembrano uscire da un videogioco giapponese degli anni ’80.
Potremmo citare ancora molte canzoni, ma preferiamo chiudere la nostra recensione con “Like Yesterday Again”, che ci ricorda le atmosfere buie e riflessive dei primi Glasvegas, a cui si aggiungono synth e un drumming piuttosto deciso.
Mai sottovalutare un disco indie-pop soprattutto quando è ricco di dettagli e spunti interessanti questo “The Private Memoirs And Confessions Of The Just Joans”: godiamoci questi trentotto minuti di poetico pop nella speranza che per il gruppo di Glasgow arrivino meritati riconoscimenti dopo tantissimi anni di dura gavetta. A questo giro il loro passo avanti è stato davvero di quelli importanti.