Diamo il bentornato alla band neozelandese degli Yumi Zouma, che ritroviamo con piacere dopo il piacevole “Willowbank” del 2017.
Prima uscita per la storica Polyvinyl per un gruppo che, in parte, ha visto spegnersi alcuni riflettori che si erano accesi dopo i primi EP, molto lodati dagli addetti ai lavori. Certo ci sono stati anche dei cambi di formazione importanti, come l’abbandono di Kim Pflaum, perdita non da poco, dobbiamo essere sinceri, ma forse la perfezione stilistica dei primissimi lavori aveva creato alcune aspettive che poi non sono state rispettate.
La band si è ben ricompattata così intorno alla morbida voce di Christie Simpson (arrivata ancora nel 2014) che, sempre più diventa tratto distintivo del sound degli YZ, amalgamandosi alla perfezione con il lavoro di synth.
Tra le mani abbiamo quindi un buon lavoro che potremmo catalogare come synth-pop, morbido e intrigante, che si dipana per lo più in piacevoli mid-tempo, che lavorano bene sotto pelle, guardando sia a modelli anni ’90 come Everything But The Girl ma anche a contemporanei tipo Wild Nothing con la passione degli anni ’80. Non mancano anche situazioni che fanno muovere più veloce il piedino, in un contesto sempre curato e in cui gli spigoli non sono mai taglienti ma perfettamente arrotondati, in cui però non si esagera mai con la saccarina.
In alcuni casi l’aspetto melodico è decisamente radiofonico, vedi “Lonely After” che apre il disco, ma forse il piatto forte è la cura assoluta di un brano come “Southwark”, con i suoi tocchi di tastiera, la ritmica incalzante, gli intrecci vocali e quel basso che fa tanto New Order o Orchestral Manoeuvres in the Dark. “Cool For A Second” ci rimanda dritti-dritti a quel lavoro che fanno anche i Softer Still, ovvero riportare, con credibilità , gli ’80 nel presente. Più ritmata e con synth più carichi si mette bene in mostra la ballabile “Mirror To The Fire”, mentre c’è aria di sophisti-pop modificato in “Magazine Bay”.
Chi si mangerà le mani per quelle famose promesse (degli esordi) non mantenute ci sarà sempre, chi invece è alla ricerca di un piacevole disco synth-pop (tutt’altro che da mero sottofondo) qui avrà di che divertirsi e restare soddisfatto.
(Ps: Olivia Campion alla batteria è entrata stabilmente in formazione e non più solo per i live)