Dopo una manciata di singoli, realizzati nel corso del 2018, quest’anno gli Yakima sono tornati a farsi sentire pubblicando questo weekend il loro primo EP, anticipato da un paio di brani, usciti negli scorsi mesi.
La giovane band di Glasgow si è fatta aiutare da Benji Compston e Jon EE Allan degli Happyness (che hanno prodotto l’EP e hanno suonato in alcune delle canzoni) e si è lasciata influenzare in modo naturale dalle bellissime melodie che alcune grandissime band della loro città ““ primi tra tutti i Teenage Fanclub e i Pastels – avevano saputo disegnare in maniera egregia prima di loro.
Il debutto del gruppo scozzese si apre con il primo singolo “It Helped”, che parla di smettere di fumare: se l’inizio è fragoroso, l’atmosfera viene poi incredibilmente graziata dalle gentili e nostalgiche melodie indie-pop che gli Yakima sanno creare, sebbene il ritmo rimanga comunque abbastanza alto per tutti i due minuti e mezzo della sua durata.
“Judy’s Lament”, l’unico brano recuperato dalla loro produzione degli anni scorsi, tratta invece dei problemi di insonnia di Judy Garland e lo fa con una delicatezza notevole, tanto che le sensazioni melodiche vengono coperte da un velo di malinconia così gradevole, che sembra in qualche modo rispecchiare un clima famigliare in Scozia.
“I’m Happy (In No Way)” mostra una grandissima sensibilità che ci ricorda proprio i già citati Pastels, ma allo stesso tempo sprigiona una dose di energia, in un certo senso inaspettata, ma comunque benvenuta.
La dose di adrenalina dal sapore “’90s e i vocals armoniosi di “Real Time / Good Time” sono un vero e gradito bonus per questo EP, mentre la conclusiva “Sheep Boy, Cry Man” è quella con il tono più morbido e malinconico di questo EP, ma non dimentica però di disegnare sempre ottime melodie.
Una ventina di minuti pieni di nostalgia e sonorità che ci accarezzano con la loro gentilezza: lasciamo cullare le nostre orecchie da questa bellezza e troviamo un po’ di sollievo nella musica degli Yakima. In questi tempi ce n’è davvero bisogno!