Alla fine ce l’hanno fatta i ragazzi di Twickenham a pubblicare il loro settimo album che arriva dopo un travagliato periodo iniziato con il ricovero del frontman Blaine Harrison, che ricordiamo è nato con la spina bifida, per poi culminare con l’abbandono, poco dopo l’uscita del disco, del chitarrista e membro fondatore William Rees.
“A Billion Heartbeats” è un disco che ha visto la luce, quindi, in pieno periodo di crisi Covid-19, periodo dove le strutture sanitarie e soprattutto chi ci lavora sono messe a dura prova e sulle quali Harrison ha sempre avuto parole di elogio come lo si evince dalla sua gratitudine nel primo singolo di pura impronta indie-pop “Hospital Radio” dove, peraltro, non dissemina simpatia per l’attuale governo: “Our blood is not for sale”.
La scaletta dell’album segue un leitmotiv ben preciso tutto indirizzato verso una forma canzone più lineare possibile. Il risultato che ne viene fuori è assolutamente pregevole dove ogni brano appare riconoscibile e porta l’ascoltatore a non “skippare” al pezzo successivo e, questo, è a dir poco encomiabile.
La partenza del disco è affidata ad una potente ed esplosiva “Screwdriver” che esorta, su un letto di incalzanti riff, a “combattere con amore” (“Fight them with love!”) gli estremisti di destra mentre la successiva “Pretty Drone” si caratterizza da un sound più solenne e da un tono più incisivo.
La già accennata linearità dell’architettura musicale risulta votata ad un mood indie-pop dove non mancano episodi easy listening, come nel delizioso miglior brano del full-length “History Has Its Eyes On You” con il suo magistrale overdubbing caratterizzata dal quel c.d. booming sound nonchè dall’irresistibile “Campfire Song” dove la solida base acustica accompagna un refrain d’impatto
Certo, il sound non è poi così lontano da quell’indie melodico marchio di fabbrica di Harrison e soci ma, a parer mio, in questo nuovo lavoro gli arrangiamenti appaiono maggiormente curati, come nella convincente title track che apre con il calzante inno: “Why does it take a tragedy to make/Our true colours come out?”.
In realtà , il lavoro in più punti si riverbera un po’ crudo e dall’atmosfera cupa come nella ballata “Cenotaph” di Keane memoria e in “Watching Yourself Slowly Disappear”, mentre la chiusura dell’album compete alle note di piano in “Wrong Side of the Tracks”, brano che evoca sonorità alla U2 e rende omaggio a Greta Thunberg.
A quattro anni di distanza dal loro ultimo album, i Mystery Jets ripropongono la loro musica con passione e risonante spinta emotiva che traspare in tutte le dieci tracce di questo ottimo “A Billion Heartbeats”.
Credit Foto: Phoebe Fox