C’è ancora bisogno di band come i Soul Asylum? Se una band garage-rock o college-rock, chiamatelo come più vi garba, che ha raggiunto il suo apice in quei lontani anni 90 e che nel corso di questi anni ha subito tanti cambiamenti – con la tragica scomparsa del loro bassista Karl Mueller nel 2005 e l’abbandono del chitarrista Dan Murphy – pubblica nonostante tutto il suo dodicesimo album, vuol dire che ha avvertito una qualche incontrollabile esigenza di raccontare ancora qualcosa al mondo della musica.
A parer mio, “Hurry Up And Wait” è un album che si lascia scorrere nel lettore volentieri. Certo, avvertirete sin da subito quella sensazione del “già sentito”, sin dalla traccia d’apertura, “The Beginning”, pezzo easy listening subito pronto per un bel tuffo in uno di quei film/serie con protagonisti i bagnini della west coast americana anche se la strombettata a metà del brano è davvero carina. Stessa sorte, in realtà per la successiva ballata “If I Told You” alla Bon Jovi maniera.
Per trovare un po’ di pure rock dovrete skippare alla traccia terza con i riff potenti di “Got it Pretty Good” o alla punkeggiante “Hopped up feelin'” oppure ancora al blues-rock della buona “Landmines”, perchè per il resto degli episodi ci troveremo davanti ora a ballatone d’effetto come “Social Butterfly”, stile U2 per intenderci, oppure in “Silent Treatment”o alla closing track “Silly Things” ma anche in melodie semi acustiche come in “Make her laugh” e “Here we go” che si portano dietro l’operazione revival facendo il verso alla super hit “Runaway train” del 1993.
Il tempo passa ma Dave Pirner sembra a suo agio donando sempre e comunque la sua riconoscibile voce che non appare, quindi, per niente stanca e lo si capisce ascoltando l’ottimo brano folk, il migliore del disco, “Dead Letter”.
Il frontman, ultimo membro rimasto della formazione originale quindi, sa bene come si scrive una melodia rock e riesce a dosare le sue capacità odierne, senza concedersi, giustamente, ad eccessi e per tale ragione il disco risulta nel complesso piacevole all’ascolto con addirittura qualche brano che vi risuonerà nella testa per un po’.
“Hurry Up And Wait” vuole essere un disco rock senza pretese particolari ma alla fine gli episodi migliori risultano votati ad un buon pop-rock.