The Lounge Society vengono da Hebden Bridge, un piccolo paese (4.500 anime) situato nello Yorkshire orientale, nella valle del Calder. Piccolo ma con un mercato all’aperto che gli conferisce lo stato di “market town”, più di venti pub, tantissimi piccoli negozi, un locale storico, il The Trades Club, dove si sino esibiti Patty Smith, Mark Lanegan, The Fall, Teenage Fanclub, The Orb, Nico, Thurston Moore, Slaves, Marc Almond, Donovan etc etc. Una comunità molto tollerante e aperta, tanto che Hebden Bridge è considerata la capitale lesbica degli UK. In questa piccola San Francisco e nell’area circostante si è creato un microclima musicale definito “Calder sound” in cui band come The Orielles, WH Lung e Working Men’s Club si stanno facendo piacevolmente notare.
In questo humus culturale prende vita “Generation Game”, il primo singolo della band che muove i primi passi sotto le ali protettive della Speedy Wunderground, label molto attiva che ha nel produttore Dan Carey (Franz Ferdinand, Bat For Lashes, TOY, Kate Tempest, black midi, Fontaines DC, MIA) il suo riferimento artistico. Il brano ha un avvio tranquillo con lo spoken word di Cameron Davey per prendere ritmo ed energia, calarsi in una pausa con riflessi psichedelici per poi rialzare il numero di giri del motore con quel “what will the U.S. do” con l’effetto delay che rafforza il momento in crescendo. L’indifferenza della società verso le generazioni più giovani e il sempre più marcato divario fra le classi sociali sono i temi trattati da questo singolo della durata di 5 minuti e mezzo.
Cameron Davey (voce / basso), Archie Dewis (batteria), Herbie May (chitarra) e Hani Paskin- Hussain (chitarra) sono i The Lounge Society, teniamoli d’occhio, l’inizio pare molto promettente!
Image credit: Piran Aston