Davvero bravi questi toscani che si concedono ad un ottimo hard rock, nella sua derivazione probabilmente più riuscita ovvero nel grunge/post-rock.
La band formata da Riccardo Dugini (voce, chitarra), Luca Petrarchi (voce, chitarra), Massimiliano Zatini (basso e voce) e Alessandro Pagani (batteria e voce) in realtà non è nuova nello scenario rock nostrano avendo già all’attivo un convincente esordio del 2016, “Trenches”.
Un disco di matrice DIY nel quale sono contenuti nove elementi accomunati da un’ottima cura degli arrangiamenti, solidi e convincenti che insistono su tutto il variopinto incedere del sound. E quindi i toni progressive della traccia di apertura, “Suicide”, ci conducono all’inno punk di “Renagade Sun-Brexit”, a mezza via tra The Jam e Sex Pistols, che condivide la sua elettrica velocità con l’altro punkeggiante brano “Tattoo”. Ma non è tutto, perchè c’è spazio anche per elementi cupi e psichedelici come in “It’s Up Your Mind” che ricorda molto “Ghost song” dei Doors o in “Out of Fashion”, laddove si aggiunge pure il sorprendente country-rock affidato a “A looking behind kid” e fino alla chiusura affidata ai quasi otto minuti di “Easier” di puro stampo indie-rock.
Insomma, un secondo appuntamento decisamente positivo per i fiorentini i quali propongono un album fresco ed interessante che piacerà senza dubbio agli appassionati del genere ma che conquisterà adepti anche altrove.