Ci fanno assaggiare il loro valore i Pottery che questo weekend hanno pubblicato il loro debutto full-length, in arrivo a distanza di un anno dal loro primo EP, “No. 1”.

Pubblicato dalla Partisan Records, “Welcome To Bobby’s Motel”, inizialmente previsto per aprile e rinviato a causa della crisi sanitaria mondiale, è stato registrato ai Break Glass Studios di Montreal insieme al produttore Jonathan Schenke (Parquet Courts, Snail Mail).

Difficile stabilire dove chi sia Bobby e dove si trovi il suo motel e altrettanto difficile dare una definizione al suono della band canadese che, come avevamo già  potuto notare nel loro precedente EP, ha parecchie sfaccettature: art-rock, funk, punk e potremmo dirne ancora tante altre.

Una sicurezza, che possiamo constatare fin dal primo ascolto, è che le percussioni svolgono un ruolo centrale nell’economia di questo esordio dei Pottery, basta ascoltare il primo singolo “Texas Drums Pt I & II” per averne una dimostrazione: un folle e lunghissimo viaggio di oltre sei minuti, estremamente colorato e divertente, che non puo’ lasciare fermo nemmeno l’ascoltatore più casuale. I ritmi sono folli e sembrano non volersi fermare mai, quasi un invito a una festa infinita ““ senza dubbio sarà  uno degli highlight dei loro live-set il prossimo anno, quando recupereranno anche le loro imperdibili date italiane.

“Take Your Time” parla del frequente abuso di eroina a Vancouver e lo fa con un andamento frenetico, synth dal sapore dancey e tinte cupe; “Hot Heater”, invece, tratta di temi ambientali ed è incredibilmente eccitante con quel suo fantastico e frenetico groove che cerca le sue origini nella musica africana (ottimo anche qui il lavoro del batterista Paul Jacob) e non nasconde le sue citazioni dei Talking Heads.

Mentre “Reflection” è il pezzo tranquillo, posto appropriatamente a metà  album per riprendere il fiato, dobbiamo tornare a parlare ancora una volta di percussioni in “Bobby’s Forecast”: con le sue influenze funk il brano ci fa fare un graditissimo tuffo negli anni ’80 e anche qui diventa impossibile rinunciare a muovere il proprio corpo.

In meno di quaranta minuti i Pottery non solo ci divertono e sanno come eccitare i propri fan attraverso la loro musica, ma mostrano come le loro traiettorie possano prendere diverse direzioni: un esordio fresco che ci piace e ci convince e che potrebbe essere una delle colonne sonore della calda estate appena iniziata. Speriamo di poterli vedere presto anche dal vivo.

Photo Credit: Luke Orlando