[ndr: Sempre più frequentemente ci si trova in difficoltà  al momento di stabilire la data di uscita di dischi pubblicati anni fa. Neppure Wikipedia e i vari siti musicali aiutano a risolvere il problema. Spesso viene riportata semplicemente la dicitura “settembre 2000” come in questo caso. Prendiamo quindi per buono il mese e, arbitrariamente, scegliamo il primo giorno dello stesso, come indicativo della pubblicazione. Ci scusiamo ovviamente con chi ricordasse altre date o conoscesse il giorno esatto]

“Grigio” è sicuramente, insieme al precedente “Rospo”, una delle prove riuscite della prima vita musicale dei Quintorigo. Il periodo in cui alla voce c’era ancora John De Leo e il gruppo romagnolo veniva considerato una delle realtà  più interessanti del panorama italico complice la partecipazione a Sanremo nel 1999.

Un secondo album che vent’anni dopo è un buon esercizio per la memoria, nei brani più conosciuti e in quelli più nascosti. I Quintorigo sono stati tra i pochi a cercare, in tempi non sospetti, una difficile fusione tra jazz, pop d’autore, rock e melodie mai banali o scontate frutto di pianificazione e di un’urgenza emotiva più volte ribadita nelle parole e nei fatti.

L’etichetta di band colta o “difficile” non ha mai reso giustizia ad un sound ricercato, frutto di infiniti ascolti e di una cultura musicale solida e strutturata. Sarebbero bastate come prove l’intelligenza di “La nonna di Friedrick lo portava al mare”, il ritmo stuzzicante di “Grigio” in piena quota Paolo Conte, i violini e violoncelli, sassofoni e contrabbasso in parata quasi militare capaci di trasformare “Malatosano” in una maratona ben corsa (“Meglio la fine che un lieto fine incolore“).

Strumenti esotici come il kazoo o il flugelhorn suonato da Enrico Rava in “Precipitango” confermano che i fratelli Costa, Stefano Ricci, Valentino Bianchi e De Leo non avevano certo paura di cercare strade diverse, come dimostra anche la lucida follia di “Egonomia” che si scioglie nell’arrangiamento quasi classico di una “Intro / Opening Credits” diabolicamente infilata a metà  disco, prima del riferimento cinefilo allo Spike Lee di “Lola Darling (She’s Gotta Have It)”.

Tanto è stato detto e scritto sulla poliedricità  di John De Leo, uno dei pochi artisti ad avere talento per far cantare sul serio le corde vocali passando in rapida successione dai virtuosismi a cappella di “Zahra” alle armonie di “Causa Vitale”, riempiendo i silenzi con una traccia fantasma (“Alle Spalle”) in versione monologo.

La colorata cover di “Highway Star” dei Deep Purple, un ritorno alle origini per i Quintorigo che suonando a modo proprio brani di altri artisti si erano fatti le ossa, chiudeva la versione originaria di un disco che nel 2001 è stato ristampato con l’aggiunta di “Bentivoglio Angelina (Kon tutto il mio amaro)” dopo la nuova esibizione sanremese, arrivando a vendere 25.000 copie fatto non certo trascurabile.

Data di pubblicazione: settembre 2000
Tracce: 10
Lunghezza: 43:28
Etichetta: Universal
Produttori: Mauro Pilato, Max Monti

1. La nonna di Fredrick lo portava al mare
2. Grigio
3. Malatosano
4. Precipitango
5. Egonomia
6. Intro / Opening credits
7. Nola vocals
8. Zahra (زهرة)
9. Causa vitale
10. Highway Star