Mà¼nster chiama e Amsterdam risponde. Potremmo sintetizzare così la nascita dei Nah…. Il tedesco Sebastian Voss cercava una voce adatta alle sue caramelle jangle-pop e ha trovato in Estella Rosa la sua compagna ideale. La coppia funziona e nel giro di un paio d’anni sforna una serie di EP e singoli da capogiro che diventano il preludio all’album omonimo, pubblicato addirittura dalla storica Shelflife Records. In tempi così oscuri e deprimenti ci vogliono colonne sonore che possano risollevarci il morale. I Nah… sono un vero e proprio raggio di sole in musica, che, in 12 deliziosi brani, dipanano i loro amore per il pop anni ’60 e per etichette storiche come la Siesta Records. Gioiellini come “Apple Blossoms” o “Summer’s Failing” riscaldano i nostri cuori con un morbido guitar-pop, ma nel campionario del duo non mancano anche accelerazioni accattivanti (“Roadtrip”) e ritornelli dolci come zucchero filato (“Annie”). La bossanova di “Primavera” poi è la più dolce tra le prelibatezze, imperdibile. Potevamo non farci una chiacchierata con la delizosa Estella?
Ciao Estella, allora come ci si sente ad aver finalmente pubblicato il disco?
Ciao Riccardo, beh, bene. L’album era pronto da gennaio e stavamo per pubblicarlo in autonomia. Poi la Shelflife ha improvvisamente fatto questa proposta che si è rivelata ottima, ma in ogni caso anche loro avevano un programma di uscite da rispettare, poi è arrivato il Coronavirus…quindi sì, non vedevamo l’ora di farlo uscire! Haha.
Nella tua attività di blogger (Estella cura Fadeawayradiate, un blog molto seguito, dal quale ha sviluppato anche la Fadeawayradiate Records, ndr) hai ascoltato e giudicato molte band. Non ti sembra strano, questa volta, di essere tu giudicata per un tuo disco?
In realtà questo rende tutto più facile e non lo prendo certo come un fatto personale se qualcuno non lo apprezzasse. Lo capisco perfettamente, figurati! Come blogger devi essere “spietata” in certe scelte, altrimenti sarebbe una follia. è un lavoro d’amore, così dovrebbe essere.
Lasciami dire che la vostra musica, così solare e melodica è un raggio di sole in momenti così complicati. Come avete affrontato questa situazione?
Grazie mille! Sì, credo che a me e a Seb piaccia fare cose che (ci) rendono felici. Ci sono già abbastanza cose brutte là fuori, quindi non c’è bisogno di riproporle anche qui! La musica non è il mio momento di catarsi in questo senso, non mi piacciono molto le canzoni tristi o arrabbiate. Voglio dimenticare il mondo quando ascolto la musica. Per quanto riguarda il Covid ti dirò non mi è dispiaciuto prendere una pausa, all’inizio di tutto, ma ora la cosa ha perso anche questo aspetto, perchè è venuta meno la magia di essere spontanei, liberi, di andare a vedere le band, di fare viaggi senza maschere, ecc.
La tua avventura musicale con Sebastian è iniziata nel 2018, con un primo EP. Avete mai pensato che due anni dopo sareste riusciti a pubblicare un disco con la mitica Shelflife Records?
Noooo, ma non c’era questo pensiero di base. Sono una persona che si basa molto sul “fai da te“.
Abbiamo avuto contatti con alcune etichette per l’album, ma avevamo deciso che sarebbe stato meglio farlo da soli. L’offerta degli Shelflife è stata incredibilmente lusinghiera, ma, allo stesso
tempo, mi sono quasi sentita in colpa, tipo, sai, “Come diavolo possiamo essere all’altezza di tutti gli altri di quel roster? E se non ne vendiamo abbastanza e cose simili“. Mi aspetto sempre che Ed Mazzucco, boss dell’etichetta, se ne penta o qualcosa del genere….haha.
Come funziona il processo di creazione e scrittura delle canzoni tra te e Sebastian?
Ah, per lo più è Seb a proporre la musica e il tutto dipende da quanto è già chiaro di come il pezzo dovrebbe essere. Di solito do una mano con le melodie, le armonie, le parole, i temi, le modifiche. Sono una perfezionista. Non come alcune persone, ma direi più di Seb, che è contento anche con poco. Io invece mi posso agitare molto sui dettagli…ahah. Con alcune canzoni come, per esempio, “Finger On The Map”, lui aveva già fatto quasi tutto e io ho aggiunto solo poche cose. Ma con brani come “Everything” o “Torn” ho avuto questa chiara visione, nella mia testa, di quello che volevo esattamente per questi brani. Incredibilmente la cosa funziona! Naturalmente non avrei mai potuto fare queste cose e concretizzare i miei spunti senza le capacità multistrumentali di Sebastian e il suo senso intuitivo delle cose.
Gli anni ’60 e ’80, le emozioni di etichette come Sarah Records o Siesta Records. Secondo te, Espella, questo è un disco che potremmo davvero definire “per nostalgici”?
Capisco cosa intendi e perchè me lo chiedi, ma non credo sia stata una decisione consapevole. Facciamo solo quello che ci piace e citiamo quello che ci ha influenzato in passato. La Siesta si, è stata certamente una grande fonte di ispirazione per me.
Ti arrabbi se ti dico che la freschezza e l’irresistibile melodia di “Finger On The Map” mi ha ricordato il Britpop e alcune canzoni iper melodiche di quel periodo?
Ooh estremamente arrabbiata…nah scherzo…ho capito. Penso che Seb cerchi sempre di far entrare di nascosto qualcuno dei Teenage Fanclub….ahah…ma non fa per me, lo sa.
è bello vedere quanti musicisti avete coinvolto nella creazione di questo disco. è stato difficile trovare tutte queste collaborazioni?
Per niente, visto che sono quasi tutti amici. Entrambi ci interfacciamo facilmente con le persone. A dire il vero non so bene dove Seb abbia trovato il trombettista di “Primavera”.
Ogni volta che ascolto il disco la mia canzone preferita cambia sempre. Ultimamente sono ossessionato da “Tumbledown Weekend”, ha una resa che mi ricorda molto i Brighter. Hai una canzone preferita? E Sebastian?
“Tumbledown Weekend” è la cover di una canzone dei They Go Boom!! che abbiamo fatto per una uscita della Sunday Records con cover dei TGB. Ho scelto subito “Tumbledown Weekend”, perchè ho pensato “Siamo noi“! Sebastian l’ha rapidamente trasformata in questa bellissima cosa che probabilmente supera l’originale (che è favolosa, non fraintendetemi!): l’ho registrata, ed è stata fatta in una settimana circa. Mi piace molto il risultato, anche perchè mia figlia Nina canta nel pezzo. Sia io che Sebastian amiamo “Annie”, una canzone sulla sua bambina. Abbiamo rinnovato la vecchia versione apposta per l’album. Ma adoro ancora “Road Trip”. Queste sono state tra le prime canzoni che abbiamo fatto, e ci sentivamo così entusiasti di tutto questo: abbiamo fatto brani davvero in modo rapido e senza impegno…e alla gente piacevano!
Qualcosa che ti sorprende o ti ha sorpreso nella realizzazione del disco c’è? Personalmente non mi aspettavo quella rumorosa super chitarra nel finale di “Summers Failing”!
Certo, capisco di cosa stai parlando. Stai citando proprio quella sensazione che mi ha spinto a dire di si quando Seb mi ha chiesto, per la prima volta di provare una sua canzone nel 2017. Mi ha reso felice! Poi ho avuto quella stessa sensazione su quasi tutte le canzoni che abbiamo fatto. è un buon segno, credo.
Chi ti conosce bene sa anche della tua passione per gli Adorable. Adoro la vostra cover di “Vendetta” uscita un paio di anni fa. Avete reso dolce e accogliente una canzone che, in versione originale, è molto grintosa. Come mai la scelta è caduta proprio su questo brano?
Non l’ho scelta io, è stato Seb! Io volevo fare “Everything’s Fine” o “Feed Me”. Seb ha scelto quello che pensava di poter rendere bene e che gli piaceva.
Nel ringraziarti per la tua gentilezza Estella ti faccio un’ultima domanda. Puoi darci un paio di consigli su band che stai ascoltando ultimamente e che trovi interessanti?
Due? è difficile! Beh, potrei dirti Men I Trust e King Krule...ma non posso non dirti anche Willow e Mac Miller, ma anche Emmett Kai, Melody’s Echo Chamber e Draag, come vedi c’è tanta buona roba in giro. Tieni gli occhi aperti sui Sapphire and Steel, ho sentito parlare bene di loro!