Strana la vita: queste nove canzoni che fanno parte del quarto LP di Elvis Perkins, infatti, sono state tutte scritte agli inizi degli anni ’00 ““ da quanto rivelato dallo stesso musicista di Manhattan ““ e recuperate solo ora: fin a oggi, infatti, alcune erano solamente delle demo, mentre altre erano presenti in vecchie registrazioni live di alcune serate open-mic a Santa Fe a cui lo statunitense aveva partecipato all’inizio del nuovo millennio.
Il suo debutto solista, “Ash Wednesday”, era stato realizzato in maniera indipendente nel 2006, ma nel febbraio dell’anno successivo era stato ripubblicato dalla prestigiosa XL Recordings: questo nuovo LP, prodotto e mixato da Sam Cohen (Kevin Morby, Danger Mouse) e realizzato dalla MIR, la label di proprietà di Perkins, arriva invece a cinque anni di distanza dal precedente, “I Aubade”, e a tre e mezzo dalla colonna sonora di “The Blackcoat’s Daughter”, film diretto dal fratello Osgood, regista e attore.
Queste canzoni, che parlano soprattutto d’amore, erano tutte da reinventare e rielaborare in modo che non suonassero totalmente fuori tempo e ““ dobbiamo ammetterlo ““ il lavoro di Elvis e dei suoi collaboratori, seppur nostalgico, risulta piacevole e interessante.
Si passa dalla giocosa ed elegante opening-track “Sing Sing”, dipinta con una buona gamma di colori malinconici e con una notevole ricchezza strumentale, alla più semplice e luminosa “Mrs. & Mr. E”, che invece disegna panorami sonori decisamente più spaziosi camminando su territori di Americana e country-folk melodici e gradevoli (splendido il suono della pedal steel cortesia proprio di Sam Cohen).
Tinte in chiaro-scuro anche per “Iris”, un pezzo folk dall’anima gentile, soft ed elegante, in cui il tocco degli archi aggiunge ulteriore classe alle atmosfere senza tempo create da Perkins, mentre “Promo” è più vivace e allegra con quei suoi fiati che ravvivano il clima e aggiungono raffinate influenze jazzy.
“Creation Myths”, come detto poco sopra, è senza dubbio un lavoro nostalgico, ma il talento che contraddistingue Elvis lo ha trasformato in un disco con buoni spunti e capace di emozionare: un recupero dal passato avvenuto con successo.