I Black Angels sono diventati con chilometri e pazienza uno dei gruppi più quotati e affiatati della nuova scena rock psichedelica rendendo omaggio al passato in modo sempre personale e entusiasta. La fine del 2020 regala l’esordio solista del frontman Alex Maas, prodotto insieme all’ingegnere del suono Brett Orrison e registrato col supporto di collaboratori d’eccezione come Bryan Ritchie degli Sword, Quincy McCrary, Jazz Mills, Derek Brown degli Eels e Robb Kidd dei Golden Dawn Arkestra oltre ai fidi scudieri Christian Bland, Jake Garcia e a Nate Ryan (ex componente dei Black Angels).
“Luca” (chiamato come il primogenito del musicista) si muove agilmente tra presente e passato: le gioie della paternità e i ricordi di un’infanzia passata a Seabrook (Texas) nel Golfo del Messico. Trentasei minuti che fanno emergere il lato più riflessivo, meno rumoroso e espansivo di un Alex che sa essere decisamente magnetico in splendide ballate come “The Light That Will End Us” e la commovente “WWITYM (What Would I Tell Your Mother”) o “Special” con le sue calde armonie.
I tre singoli (“Been Struggling”, “American Conquest” e la folkie “The City”) ben rappresentano l’anima di un disco dall’indole pastorale e non sfarzosa, registrato in modo da mettere in primo piano arrangiamenti e melodie. La dolce ninna nanna “500 Dreams” è uno dei pezzi più personali e intensi, incoraggiante nella sua estrema semplicità . Parola d’ordine gentilezza insomma, senza osare ma accarezzando con le luci soffuse di una “All Day” arricchita da batteria e sintetizzatori.
“Quando ho iniziato a collaborare con altre persone mi sono reso conto che queste canzoni erano molto più grandi di quello che pensavo” ha ammesso sorpreso Maas, rivelando che alcuni brani sono stati scritti quasi un decennio fa (ma non lo sembrano). Chi è particolarmente affezionato all’estroverso Alex versione Black Angels potrebbe far fatica ad ascoltarlo vulnerabile com’è in “Shines Like The Sun” ma basta abituarsi. Lontano dall’essere un album apocalittico, “Luca” dimostra che la classica luce in fondo al tunnel può essere radiosa e brillante.
Credit foto: Barbara FG