Dopo i buoni riscontri ottenuti dal loro debutto full-length, “Street Worms”, uscito a settembre 2018, i Viagra Boys ritornano con questo nuovo LP.
Sin dagli inizi il gruppo di Stoccolma è sempre andato oltre la semplice etichetta di post-punk grazie alla sua notevole creatività , alla sua voglia di divertirsi e di fare satira e agli elementi elettronici che ci fanno muovere: a tutto ciò si aggiunge anche la figura del frontman Sebastian Murphy, che sul palco sa accentrare tutta l’attenzione su di sè.
Non perdono nemmeno un secondo i Viagra Boys per portarci all’interno del loro folle mondo con il recente singolo “Ain’t Nice” dalle chitarre fuzzy e dalle linee di basso sottili: difficile (o forse impossibile) rimanere fermi grazie all’aiuto di beat dancey e di un sax distorto. Un suono folle quasi quanto la band stessa!
“Into The Sun” cambia totalmente lo stato d’animo, diventanto più introspettiva e nebbiosa, con i vocals di Murphy che si fanno più riflessivi accompagnati da una chitarra leggera e fuori tono e da percussioni incisive.
Interessante l’uso dell’elettronica e dei synth (oltre che del solito sax) nella successiva “Creatures”, che ci sposta verso territori più dancey, facendoci divertire e mettendoci voglia di ballare.
“6 Shooter”, situata non a caso a metà del disco, pur solo strumentale, risulta essere un aggressivo attacco frontale in cui il ritmo è in continuo aumento tra potenti riff di chitarra, elettronica e sax.
Se “I Feel Alive”, brano che parla dell’uso di droghe, rallenta il ritmo e ci propone un’inaspettata eleganza, dove il piano è il vero protagonista e appaiono raffinati sax e flauto, la cover di “In Spite Of Ourselves” di John Prince, cantata insieme ad Amy Taylor degli australiani Amyl & The Sniffers, pur tentando di camminare su terreni country rimane assolutamente divertente e giocosa.
In quaranta minuti i Viagra Boys ci mostrano tutto il loro eclettismo, portandoci come dono per il nuovo anno un album vivace, diverso, solido e spesso imprevedibile e fuori dagli schemi: vederli su un palco (non appena sarà finita la pandemia) sarà senza dubbio un’esperienza da provare ancora una volta, ma per il momento gustiamoci questo LP, da ascoltare più e più volte.
Credit Foto: Marcus Wilen