Che Dio salvi la Scozia e le sue band. Se dovessi elencare tutti gruppi che adoro provenienti da quel territorio non finirei più. Ho già espresso il mio amore per gli Urusei Yatsura, dedicando loro una Top 10 a cui tengo molto, quindi non sarò certo prolisso nel parlare di questo loro frizzante esordio, non per mancanza di qualità o di belle canzoni, ma perchè comunque chi volesse saperne un po’ di più su di loro può andare a vedersi quello sguardo d’insieme sulla loro discografia.
“We Are Urusei Yatsura” arriva dopo un magnifico rodaggio, fatto di singoli e partecipazioni a compilation varie, in cui i ragazzi di Glasgow mettono perfettamente a fuoco il loro sound che, a conti fatti, non è altro che il frutto di ossessionati ascolti di Pavement, The Jesus And Mary Chain e Sonic Youth. I nostri magnifici 4 vanno a scuola, apprendono alla perfezione e poi sono pronti a mettere in campo tutto quello che le loro orecchie hanno assimilato, aggiungendo quel pizzico di esuberanza e voglia di far casino tipica dei giovincelli. Ne nasce un disco ipersonico, che mantiene un bellissimo spirito DIY, mentre le chitarre distorte la fanno da padrone. Le melodie fluiscono magicamenente da quel frastuono e ci si ritrova conficcati nella testa alcuni ritornelli che proprio non se ne vanno più via.
Ma si, certo, la ricetta è ben conosciuta e gli Urusei Yatsura non inventano nulla, ci mancherebbe altro, ma perchè rinunciare a questo impeto travolgente, a certe sguaiatezze deliziose (“Powerball” o “Death 2 Everyone”), alla cavalcata a testa bassa di “Siamese”, all’oscurità decadente di “Black Hole Love” o al gusto dannatamente pop di “Plastic Ashtray” e “First Day On A New Planet”? Se poi mi chiedeste le mie canzoni preferite dovrei pensarci su un bel po’, ma, alla fine so già che andrei a citare “Kernel” e “Pachinko”, che, guarda caso, sono ancora li che fanno bella mostra nella compilation anni ’90 che svetta nei miei ascolti da automobile.
In conclusione, lunga vita agli Urusei Yatsura di cui ho anche dei favolosi ricordi nelle occasioni in cui sono andato a vederli live (ricordo un sacco di tempo passato con loro nel backstage a Bologna, al Covo): dopo tutti questi anni vi voglio bene ragazzi e sono fiero di avere nell’armadio ben 3 vostre t-shirt!
Ps: Il bandcamp della band è più attivo con costanti pubblicazioni, fateci un giro.
Pubblicazione: 6 maggio 1996
Genere: Indie rock
Label: Chè Trading Records
Tracklist:
1. Siamese
2. First Day On A New Planet
3. Pow R. Ball
4. Kewpies Like Watermelon
5. Phasers On Stun / Sola Kola
6. Black Hole Love
7. Velvy Blood
8. Plastic Ashtray
9. Death 2 Everyone
10. Pachinko / Untitled
11. Kernel
12. Road Song