Giunti al loro terzo album, i Leptons rappresentano una concreta e affascinante realtà rock progressive sorretta dal polistrumentista veneziano Lorenzo Monni il quale, in occasione di questo lavoro, ha voluto virare nella lingua nostrana per decantare il suo progetto.
Il risultato de “La Ricerca della Quiete”, uscito lo scorso 22 gennaio via Beautiful Losers, è di ottimo impatto dove le note sperimentali prendono il sopravvento un po’ in tutte le nove tracce di cui si compone il disco tra acustico ed elettrico, tra folk ed elettronica. Proprio nella variopinta scelta delle sonorità che si distingue l’opera dei Leptons che, intrisa della giusta densità , non si preoccupa di gettarsi ora in sonorità tribali dalle derive elettroniche (come nel “Diario di un vulcano”) – dove c’è la mano del produttore Andrea Liuzza – che in quelle popolari come nelle note da Pizzica di “Trilli” ma anche nel più emozionale cantautorato (come nella traccia d’apertura “Canto di lavoro”) fino ad arrivare a note jazzistiche, come nei profondi archi in sottofondo de “Le parole scorrono”.
Innovativo e di sicuro originale, il disco si srotola efficace nel corso delle sue nove tracce nelle quali trovano pure spazio arpeggi strumentali de “Il coraggio o la paura” e “Il lago delle favole” mentre le fluttuanti sonorità nel falsetto di”Una lunga vacanza” si scontrano con l’energia sprigionata da “Great Escape” che segna il ritorno alla lingua d’oltremanica.
Davvero un bel lavoro per il progetto Leptons.
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