Tom Lugo è davvero uno dei quei musicisti che merita l’appellativo di veterano. Tantissimi sono i progetti in cui è stato (ed è tutt’ora) coinvolto e non dobbiamo nemmeno dimenticare la sua Patetico Recordings. Ultimo, in ordine di tempo non c’erto d’importanza, ecco il nuovo disco dei suoi Panophonic, progetto in cui emerge il lato più etereo, in forte opposizioone, ad esempio alle pulsioni oscure e noise dei favolosi Stellarscope.
“AWAKENING” si apre con le distorsioni e l’andamento oscuro di “Shine” che potrebbe lasciarci intendere come il viaggio di Tom Lugo ancora una volta ci condurrà su sentieri “pericolosi”, invece con il passare dei brani questa sensazione sembra svanire, lasciando il posto a un mondo più avvolgente e melodico. La prima parte del disco è ricca di suggestioni sognanti, scenari morbidi che scivolano con agilità nel dream-pop, come se stessimo assaporando una visione rassicurante. La forma canzone non è affatto dimenticata e dice bene Tom quando lo stesso artista descrive la sua uscita come “Combining elements of indie pop and shoegaze esthetics fused with indie rock songwriting“.
Non punta ad appesantire il sound Tom, ma a giocare bene con pochi elementi, che però completano il suono alla perfezione se usati con grazia e stile. In qualche momento l’indole shoegaze emerge, ma sono più momenti all’interno di un brano (“Nothing that we can’t do”), più che una canzone interamente strutturata così.
Se dovessimo citare un brano non potremmo che segnalare “Formless” o la splendida “Radiate”, ma anche i momenti in cui l’anima indie-pop del nostro emerge chiaramente ci lasciano a bocca aperta per la precisa vocazione melodica ricercata e trovata, parliamo di “Drive” e “Unhinged” che vede alla voce Dani Mari (ottimo e riuscito l’accostamento tra l’andamento acustico e improvvise impennate chitarristiche più distorte).
Poco da dire, altro centro perfetto per un artista che sembra davvero non avere confini musicali. Bravo Tom.
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