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#10) Oltre Le Regole – The Messengers di Oren Moverman Una delle piccole perle della stagione. Snobbato dai media, adorato nei festival e candidato a due premi oscar, il film di Oren Moverman è un film sulla guerra anomalo e straziante. La storia di due ufficiali incaricati di consegnare ai familiari delle vittime della guerra in Iraq la notizia del loro decesso, ci consegna una riflessione intima e amara sul dolore che i conflitti portano con sè. Piccole implosioni, vivido silenzio e tenere solitudini in questo splendido e fragile film. |
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#9) Benvenuti A Zombieland di Ruben Fleischer La commedia dell’anno. Un inatteso successo oltreoceano, da noi uscito direttamente ed inspiegabilmente per il mercato home-video, già al lavoro per sequel che uscirà in 3D. Una pellicola on the road ambientata in un mondo ormai dominato dagli zombie strepitosa ed irriverente. Adatta anche a chi non ama il genere zombie-movie ma le ottime commedie. Un film che è già un cult. Imperdibile. |
#8) Tra Le Nuvole di Jason Reitman Una tragi-commedia che riflette sulla crisi finanziaria e le sue inevitabili conseguenze. Il figlio d’arte Jason Reitman, già autore di piccoli cult come “Thank You For Smoking” e l’acclamato vincitore del festival di Roma 2008 “Juno” alle prese con la sua opera più matura convince e stupisce. Dialoghi frizzanti, sceneggiatura brillante ed interpreti impeccabili, con un Clooney in stato di grazia. |
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#7) L’Uomo Che Verrà di Giorgio Diritti Il miglior film italiano dell’anno. Giorgio Diritti si conferma un talento straordinario e sensibile, firmando un piccolo capolavoro. La strage di Marzabotto, durante la seconda guerra mondiale, vista dagli occhi di una bambina scampata al massacro. Recitato nell’antico dialetto romagnolo, il film restituisce la semplicità , i silenzi e le vite che si perdono nella storia. Senza vincitori, nè vinti. Un film necessario ed impagabile, da custodire ed amare. Per non dimenticare. |
#6) Il Profeta di Jacques Audiard Il cinema francese regala sempre grandi soddisfazioni, ma in questo caso Audiard dispensa un capolavoro, che ha concorso fino all’ultimo per l’oscar come miglior film straniero. Il racconto di formazione criminale di un giovane immigrato che in carcere è assoldato ed istruito dalla mafia còrsa, cinico e crudele. Girato divinamente con piglio realista, senza ruffianerie o sentimentalismi di parte. Perchè le prigioni sono anzitutto dentro di noi. |
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#5) Il Segreto Dei Suoi Occhi di Juan Josè Campanella L’argentino Juan Josè Campanella gira il film della vita. Premiato a sorpresa con l’oscar come miglior film straniero, è una storia d’amore controtendenza, senza facili allusioni o clichè sentimentali ambientato su due piani temporali distinti ma contigui. Forte di una sceneggiatura strepitosa ed una fotografia sontuosa, retto dall’interpretazione regale di Ricardo Darìn, una sorta di Mastroianni sudamericano. Una pellicola girata con la maestria dei vecchi film di una volta, robusto e indimenticabile, con un paio di sequenze memorabili, da storia del cinema. |
#4) The Road di John Hillcoat Tratto dall’immenso romanzo premio Pulitzer nel 2007 “La Strada” di Cormac McCarthy la pellicola narra di un padre (uno strepitoso Viggo Mortensen) costretto a proteggere il proprio figlio in un mondo devastato da un non precisato disastro che ha spazzato via quasi ogni forma di vita sulla terra. Un racconto intimo e pregno, delicato e poetico pur nelle nefandezze che il genere umano sa produrre. Opera asciutta e cupa, silenziosa e cinica. Un film difficile, fragile ed intenso, che fa male. Come ogni cosa sublime che squarcia le nostre resistenze mettendoci a nudo. |
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#3) The Social Network di David Fincher Non un film su Facebook, non un biopic sul suo fondatore Mark Zuckerberg, ma un film sui nostri tempi e gli anni zero. Il miglior sceneggiatore hollywoodiano (Alan Sorkin) al servizio del regista più talentuoso (David Fincher) al lavoro con i giovani attori più interessanti del momento (Jesse Eisenberg e Andrew Garfield) producono un mix geniale e irresistibile con una pellicola in odore di oscar e pioggia di nomination. Il cult degli anni zero che sviscera le moderne inclinazioni sociali e decreta la potenza e l’influenza attuale della Rete. |
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#2) A Single Man di Tom Ford Lo stilista Tom Ford al suo esordio dietro la macchina da presa partorisce un film sublime e perfetto. Adattando per il grande schermo l’impervio romanzo di Christopher Isherwood “Un Uomo Solo”, si cimenta in un lavoro elegante ed intenso, orchestrando con sentimento e passione il racconto dell’ultimo giorno di un uomo sopraffatto dal dolore e la solitudine, interpretato da un sontuoso Colin Firth. Ford incastra alla perfezione tutti gli elementi filmici e costruisce un ingranaggio scenico e cinematografico prezioso e soave, raro e commovente. Cinema alla sua magnifica essenza. |
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#1) Avatar di James Cameron Non un semplice film ma un evento. Polverizzato ogni record d’incasso il “costruttore di sogni” James Cameron porta avanti il suo percorso personale permettendo al cinema odierno di proiettarsi nel futuro digitale della terza dimensione. Ancora una volta avanza di un gradino nella scala della storia del cinema concependo un’opera straordinaria, un’impresa “divina” nel partorire e far vivere le sue creature Na’vi nel magico e bucolico mondo di Pandora, un lavoro improbo snocciolato lungo 14 anni che apre uno scorcio ed indica una nuova strada nelle possibilità artistiche della settima arte. |