Si è un po’ persa col tempo l’innocenza dei primi, improvvisati live streaming non tecnicamente perfetti magari ma decisamente spontanei. Telecamerina, sedia, strumenti in mano e poco altro. Sembra un secolo fa invece sono passati solo pochi mesi, la tecnologia ha preso il sopravvento trasformando (definitivamente?) il concerto in qualcosa da vedere e non a cui partecipare. A. A. Williams torna al passato e riprende in mano il progetto “Songs From Isolation” che l’aveva tenuta impegnata per buona parte della scorsa primavera.
Nove cover suggerite dagli ascoltatori e pubblicate in video a cadenza regolare, raccolte ora in un unico album. La lista di nomi è eclettica e variegata: The Cure, Pixies, Gordon Lightfoot, grandi classici come i Moody Blues, Radiohead e un lato più dark con Deftones, Nine Inch Nails, Smashing Pumpkins, l’inevitabile Nick Cave. A. A. Williams si esibisce accompagnandosi spesso con il solo pianoforte, la voce forte e piena di pathos che conferma di saper passare senza sforzo da uno stile all’altro.
Un approccio minimale che mette in primo piano il lato melodico di ogni brano, con risultati sempre molto buoni. “Lovesong” di Robert Smith e soci spogliata di tutto resta quello che in fondo è sempre stata: una straziante canzone d’amore, il lato cinematografico del country emerge prepotente in “If You Could Read My Mind”, grossi calibri come “Creep” e una “Into My Arms” spettrale e dolorosa adornata solo della fida chitarra dimostrano che A. A. Williams non ha certo paura di modificare, persino stravolgere un brano per farlo proprio.
E’ il caso di “Every Day Is Exactly The Same” che diventa un’intensa ballata adatta al tran tran del lockdown o “Be Quiet And Drive” dei Deftones in cui è ancora la chitarra a essere protagonista e di “Where Is My Mind” che perde il mood giocoso e acquista un tono più sobrio, delicato, ipnotico che riveste anche una “Nights In White Satin” fedele all’originale e una “Porcelina Of The Vast Oceans” tutta da scoprire. La versione audio di “Songs From Isolation” conferma il talento di A. A. Williams ed è un gustoso antipasto in attesa dell’album numero due.