La carriera discografica di Warren Zevon inizia in maniera assai poco fortunata nel 1969. L’album di debutto, “Wanted Dead Or Alive”, è un clamoroso flop commerciale che viene snobbato anche dalla critica. Il fiasco è difficile da digerire, ma non al punto da costringerlo a gettare la spugna. Nei primi anni ’70, accantonate momentaneamente le vesti di songwriter, si reinventa sessionman, autore di jingle pubblicitari e riesce persino a diventare un turnista per gli Everly Brothers. Gli affari però non ingranano: la cronica mancanza di denaro lo convince a trasferirsi a Sitges, in Spagna, dove intrattiene con il suo pianoforte gli avventori di una birreria di proprietà  di un ex mercenario.

A dargli una seconda chance è il collega Jackson Browne, antico estimatore del talento zevoniano, che lo fa rientrare negli Stati Uniti per produrgli il lavoro del gran ritorno sulle scene. L’album, almeno per quanto riguarda le vendite, non fa il botto: si ferma a una misera 189 ° posizione nella Billboard 200. Una parziale delusione tuttavia compensata dalla qualità  stellare delle undici tracce al suo interno, fulgidi esempi delle capacità  e delle peculiarità  del cantautore nato a Chicago nel 1947.

L’amore di Warren Zevon per la miglior tradizione musicale americana si riflette in quaranta minuti circa di country elettrico dal sapore western (“Frank And Jesse James”, “Mama Couldn’t Be Persuaded”), folk corposo dai tratti acustici (“Backs Turned Looking Down The Path”) o latini (“Carmelita”) e tanto rock dal gusto classico, da un lato spigoloso (“I’ll Sleep When I’m Dead”) e dall’altro raffinato (“Poor Poor Pitiful Me”).

C’è spazio anche per le intense melodie soul di “The French Inhaler” e “Mohammed’s Radio”, la torbida sensualità  funk di “Join Me In L.A.” e per due ballad epiche ma dal piglio malinconico, arricchite da splendidi arrangiamenti per piano e orchestra (“Hasten Down The Wind” e “Desperados Under The Eaves”).

Una commistione estremamente ricercata di sonorità  popolari e influenze stilistiche molto diverse tra loro che viene “sporcata” ““ se così si può dire ““ dal racconto, nei testi, delle gesta poco edificanti di malviventi, giocatori d’azzardo, sbandati, papponi, prostitute, lavoratori sfruttati, tossicodipendenti e alcolisti. Sono loro i protagonisti incontrastati delle canzoni di Warren Zevon: personaggi invisibili, in qualche caso anche deplorevoli, cui il songwriter prematuramente scomparso nel 2003 dedica piccoli ritratti di cruda, viscerale e sfrontata bellezza. Tanta sincerità  e nessuna ipocrisia: un artista con il cuore, la pancia e il cervello dalla parte degli ultimi.

Data di pubblicazione: 18 maggio 1976
Tracce: 11
Lunghezza: 37:45
Etichetta: Asylum
Produttore: Jackson Browne

Tracklist:
1. Frank And Jesse James
2. Mama Couldn’t Be Persuaded
3. Backs Turned Looking Down The Path
4. Hasten Down The Wind
5. Poor Poor Pitiful Me
6. The French Inhaler
7. Mohammed’s Radio
8. I’ll Sleep When I’m Dead
9. Carmelita
10. Join Me In L.A.
11. Desperados Under The Eaves