A distanza di tre anni dall’ultimo lavoro sulla lunga distanza, “In Flickers”, gli statunitensi Lycia si innestano nuovamente nella scena musicale gothic-dark con sei ottime tracce contenute nel mini album “Casa Luna”, uscito lo scorso 11 giugno per la nostrana label Avantgarde Music.

La band di Tempe, Arizona, capitanata dall’unico membro costante Mike VanPortflee – e completata da John Fair, David Galas, Tara Vanflower – aveva già  avuto occasione di lavorare con la virtuosa etichetta italiana con la ristampa in vinile, ad inizio del 2021, del loro album d’esordio “Ionia” del 1991.

Ed è proprio con il citato “In Flickers” che il sound oscuro dei Lycia prosegue il percorso interrotto proponendo un climax avvolto da muri di chitarre, tastiere incalzanti e tappeti di synth che si adagiano tra le armoniose corde vocali di Mike e l’evanescente voce di Tara che quasi si nasconde nell’inquietante mood dell’opener “A Quiet Way To Go” per poi esplodere in tutta la sua intensità  nella successiva ed altrettanto angosciante “Do You Bleed?”.

La virata prettamente elettronica si mostra con “Except”, che riporta alla memoria quel sound dei colleghi oltreoceano dei Piano Magic, e con l’ariosa e bellissima “Galatea” entrambe rispolverate da VanPortfleet da vecchi demo del lontano 1989.

Poco meno di tre minuti avvolgono il flamenco di “On The Mezzanine” che tra maracas e chitarra classica lasciano il segno caratteristico di un ep che si chiude con il simil-folk di “Salt & Blood”, dove ancora la magnetica voce di Tara si appropria della scena.

I Lycia sono una band che fino ad oggi, a mio modo di vedere, non ha avuto il successo che avrebbe meritato, un compagine tenuta in piedi da un eccelso Mike VanPortflee, capace di farci immergere nel loro magnifico mondo di ammalianti emozioni.