E’ arrivata al capolinea l’avventura dei Chromatics, una decisione annunciata con un improvviso post sui social che nulla lascia trapelare sui motivi che hanno spinto Ruth Radelet, Adam Miller e Nat Walker (Johnny Jewel non compare nè viene citato ma si è detto orgoglioso del lavoro fatto insieme) a chiudere un progetto capace di regalare numerose soddisfazioni. Cadono le dunque le speranze di veder materializzarsi il famigerato “Dear Tommy”, l’album chimera che forse esiste o è esistito e magari hanno veramente distrutto, ma quel che è stato fatto in vent’anni di onorata carriera (2001 ““ 2010) basta e avanza per dedicar loro una parzialissima Top 10.
10. NBA
2003, da “Chrome Rats vs Basement Rutz”
Il primo album a nome Chromatics, di quella line ““ up è poi rimasto il solo fondatore Adam Miller. Ruvidi, scattanti, cupi e vicini al post punk esordivano con un disco aggressivo e tagliente. “Chrome Rats vs Basement Rutz” è ancora apprezzato e rispettato, non solo dagli amanti del genere.
9. Monarch
2004, da “Plaster Hounds”
Uno dei numerosissimi cambi di formazione che caratterizzeranno la storia dei Chromatics, ancora Adam Miller al timone e un suono che dal post punk comincia a virare verso territori più elettronici, soprattutto in brani come “Monarch”.
8. Healer
2007, da “Night Drive”
L’ingresso di Ruth Radelet, di Nat Walker alla batteria e Johnny Jewel nel ruolo di polistrumentista / produttore e poi regista ha cambiato sound e prospettive della band di Portland, spingendola sempre più verso un elettro pop che non disdegna i sintetizzatori e sa farsi trascinante e a tratti magico come in “Healer”. “Night Drive” segna anche l’inizio del lungo sodalizio con l’etichetta Italians Do It Better fondata da Jewel e Mike Simonetti.
7. Girls Just Wanna Have Fun (Cyndi Lauper Cover)
2015, da “Girls Just Wanna Have Fun”
I Chromatics sono stati anche una band da grandi progetti, come nel 2015 quando hanno partecipato a un album di (sette) remix e cover del super classico di Cyndi Lauper “Girls Just Wanna Have Fun” trasformando l’originale in una torch song tenue, evocativa finita inevitabilmente in diverse colonne sonore.
6. You’re No Good
2020, da “Faded Now”
Gli ultimi Chromatics. Melodici, amanti dell’italo disco, sempre più impegnati a costruire il loro mondo musicale aiutati anche dalla serie di video diretti da un Johnny Jewel sempre più padrone della situazione. Tre minuti la versione singolo ben sette quella contenuta nell’album. Abilissima fusione di estetica e sound accattivante, elettronica e sintetizzatori.
5. Whispers In The Hall
2019, da “Closer To Grey”
Un brano che non avrebbe sfigurato in un film del miglior Dario Argento. Tastiere, distorsione, tensione a mille e la voce dolce della biondissima Ruth Radelet in bilico tra desiderio e paura, quasi in fuga dal lupo cattivo. Uno dei brani in cui le passioni dei Chromatics (cinema, letteratura noir) collimano alla perfezione.
4. These Streets Will Never look The Same
2012, da “Kill For Love”
Il singolo di “Kill For Love”, la malinconica “These Streets Will Never look The Same” di cui esistono due versioni: quella originaria affidata alla voce di Adam Miller e questa, cantata da Ruth Radelet, francamente superiore (senza nulla togliere al buon Miller). Comunque un gran bel brano, sentirlo al maschile e al femminile fa emergere sfumature diverse.
3. Looking For Love (Extended Disco Version)
2017, da “Cherry (Deluxe Edition)”
La storia dei Chromatics è fatta anche di un buon numero di EP, progetti satellite e singoli sparsi. “Cherry” è stato inizialmente pubblicato nel 2014 e nel 2017 è uscita un’ edizione deluxe più ampia con l’aggiunta di numerosi brani tra cui questa lunghissima versione disco di “Looking For Love” con piglio da veri padroni della vita notturna.
2.Tick Of The Clock
2007, da “Night Drive”
Grande fortuna per questa traccia strumentale di “Night Drive” poi inserita nel film “Drive” di Nicolas Winding Refn nel 2011 e variamente rielaborata, remixata, riproposta dalla band nel corso degli anni (ne esistono versioni che vanno da nove minuti a un’ora). Questa è in realtà l’ “Extended Overdrive” uscita nel 2013, in cui si possono apprezzare appieno le mille sfumature di suono e tensione del brano.
1. Teacher
2020, da “Dear Tommy”
“Dear Tommy” il grande album incompiuto, pronto a uscire prima che (leggenda vuole) il mercuriale Johnny Jewel distruggesse tutte le copie nel 2015 per poi registrare nuovamente il tutto togliendo alcuni brani, aggiungendone altri. Annunciato l’ultima volta nel 2020 con tanto di tracklist ma ancora inedito, avrebbe potuto raccogliere il meglio dello stile ““ Chromatics: l’eleganza, un filo di malizia, italo disco e elettro pop.
Bonus Track #1 – Toy
2020, da “Toy single”
Tantissimi i singoli sparsi, randagi, pubblicati dai Chromatics e uno degli ultimi è stato “Toy”. Altro struggente esempio dello stile ““ Chromatics, la voce di Ruth Radelet mai così carezzevole e sincera in un testo che graffia e inquieta.
Bonus Track # 2 ““ Blue Girl
2015, da “Blue Girl singolo”
“Blue Girl” è un singolo reduce, che (video docet) della prima versione di “Dear Tommy” doveva far parte. Diventa invece suo malgrado un ottimo modo per salutare con un pizzico di inevitabile nostalgia e lo sguardo al futuro un progetto lungo vent’anni.
Credit foto: Anna Hanks via Wikimedia Commons [CC BY 2.0]