Sono passati ormai sette anni dall’uscita di “Phantom”, il quarto LP di Madi Diaz e ovviamente non puo’ che farci piacere questo ritorno con un nuovo lavoro sulla lunga distanza, realizzato dalla prestigiosa Anti- Records, con cui la songwriter statunitense ha di recente firmato un contratto.
La press-release ci fa sapere che questo quinto album della musicista di origini peruviane e danesi, da lei stessa prodotto con l’aiuto di Andrew Sarlo (Big Thief, Bon Iver, Courtney Marie Andrews), è iniziato ben tre anni fa, quando Madi ha dovuto affrontare “uno sorta di tsunami di compassione sia per la mia ex partner mentre stava scoprendo una parte più profonda della sua identità di genere a lungo nascosta, sia per il mio crudo dolore per aver perso la partner che conoscevo”.
Sin dalla brevissima ““ meno di due minuti ““ opening track “Rage” riusciamo a provare il dolore della trentacinquenne nativa del Connecticut, ma di stanza a Los Angeles: sebbene sia costruita solo con la chitarra acustica, la canzone ha comunque un forte potere emotivo grazie anche ai vocals appena sussurrati della Diaz.
Sofferente, ma alquanto sincera “Crying In Public” mette in luce la sua anima addolorata con toni folk leggeri, ma incredibilmente passionali e toccanti.
Se “Woman In My Heart” inizia con ritmi tranquilli, la canzone riesce in seguito a portarsi verso un’intensità indie-rock con la potenza della strumentazione che aumenta insieme al livello di emotività di Madi.
“Nervous”, pur sempre malinconica nell’umore, usa chitarre fuzzy ed elementi rock che aiutano la Diaz a cambiare il tono sonoro della canzone, mentre “Do It Now” è un duetto al piano senza troppi fronzoli, ma assolutamente sincero e di grande impatto.
Con “History Of A Feeling” Madi sa toccare il cuore di chi ascolta attraverso la sua grande emotività e mostra un songwriting drammatico, ma vero e confortante: una prova importante e di valore.
Photo Credit: Alexa King