Mancava una Top 10 dedicata agli INXS ed è proprio il caso di completare il discorso provando a tirare le fila di una corposa discografia in dieci brani composti dal sestetto australiano. Una lista che, per forza di cose, sarà focalizzata sugli album del periodo Michael Hutchence tralasciando i numerosi, spesso inconcludenti tentativi di sostituirlo attuati nel nuovo millennio che hanno prodotto ben poco a livello discografico e di contenuti.
10. Learn To Smile
1980, da “INXS”
Abbiamo già parlato a tempo debito dell’esordio omonimo, rinnegato e spesso liquidato con un sorriso dagli stessi INXS. Un giudizio fin troppo severo per un album si ingenuo ma comunque capace di regalare piccoli gioiellini come “Learn To Smile” che fa sorridere davvero “…
9. Night Of Rebellion
1981, da “Underneath The Colours”
L’influenza del reggae è innegabile nei primi tre dischi degli INXS e non è mai così forte come in “Night Of Rebellion”. Singolo sbarazzino e vivace che ha conquistato un incredibile numero di estimatori grazie al sound trascinante tutto basso e sintetizzatori in un’atmosfera già da pieni anni ottanta.
8. Spy Of Love
1982, da “Shaboo Shoobah”
“Don’t Change” sarebbe stata la scelta più ovvia invece l’ha spuntata “Spy Of Love”. Un brano ponte dove si comincia a intravedere altro oltre il ritmo gioioso degli esordi. Un Hutchence più magnetico e felpato nei movimenti e nella voce scalda i motori per la seconda fase di una carriera in ascesa.
7. Original Sin
1984, da “The Swing”
Qui si comincia a cambiare sul serio. Entrano prepotentemente in scena il sassofono e le chitarre, che c’erano anche prima ma non ancora messe in così grande evidenza. Nasce insomma quello che sarebbe presto diventato il sound INXS classico, brillante, vivido, con uno dei primi ritornelli memorabili.
6. Red Red Sun
1985, da “Listen Like Thieves”
Tagliente, vivace “Red Red Sun” magari non il brano più noto e ricordato di “Listen Like Thieves” ma decisamente ben fatto. Nulla da invidiare a “Kiss The Dirt” o al singolo “What You Need” che ha permesso agli INXS di assaggiare per la prima volta le classifiche dopo una rincorsa che cominciava a somigliare alla più sfiancante delle maratone.
5. Please (You Got That…)
1993, da “Full Moon, Dirty Hearts”
Il successo concede anche la libertà di fare quel che si vuole. “Welcome to Wherever You Are” e “Full Moon, Dirty Hearts” sono i dischi più liberi degli INXS, che esplorano territori spesso lontani dal rock da stadio come in “Please (You Got That…)” un duetto con Mr. Ray Charles veramente irresistibile (da recuperare anche l’altra collaborazione con Chrissie Hynde nella title track).
4. Baby Don’t Cry
1992, da “Welcome to Wherever You Are”
I semi del duetto con una certa star americana del soul e dell’ R&B sono stati piantati da brani come la sfrenata “Baby Don’t Cry” scelta ovvia come singolo di un album ritenuto a torto un disco minore. Difficile pensarlo sul serio con brani come questo, “Strange Desire” e “Beautiful Girl” in scaletta “…
3. Searching
1997, da “Elegantly Wasted”
L’ultimo album con Hutchence, il canto del cigno in più di un senso. Erano in tanti a ritenere che la stella degli INXS fosse ormai offuscata, che avessero dato tutto dieci anni prima. Eppure “Elegantly Wasted” colpisce ancora e un brano come “Searching” è senza tempo con il caldo suono soul, le solari armonie vocali.
2. By My Side
1990, da “X”
Una ballata intensa e coinvolgente che ha acquistato un significato ancora maggiore quando è stata suonata al funerale di Michael Hutchence. Rappresenta il lato più melodico, intimo, passionale di un album dinamico come “X” che schierava “Disappear” e il bluesman Charlie Musselwhite in un ensemble affiatato.
1. Mystify
1987, da “Kick”
L’apoteosi parte prima. Uno dei momenti i più incisivi di quello che è probabilmente il capolavoro degli INXS per qualità e uniformità dei brani, visto anche il gran numero di hit (“New Sensation”, “Need You Tonight”, “Devil Inside”, “Never Tear Us Apart”) uscite a getto continuo da una tracklist di livello stellare.
Bonus Track ““ Never Tear Us Apart
1987, da “Kick”
L’apoteosi parte seconda, il brano con cui gli INXS danno un definitivo calcio al passato. Tre minuti che li rappresentano e con cui finiranno per essere identificati anche da chi non è un fan della prima, seconda o ultima ora. Piccolo grande simbolo di un’epoca.
Bonus Track ““ Good Times
1987, da “Ragazzi Perduti Soundtrack”
E se il vero testamento degli INXS fosse questo? Quattro minuti di scatenata follia rock e puro feeling con Jimmy Barnes che dimostrano la scioltezza, il brio, il talento strumentale dei fratelli Farriss, di Garry Beers e Kirk Pengilly con un Hutchence che sta splendidamente al gioco.