Non è più il mistero che era agli esordi William Emmanuel Bevan in arte Burial ma è rimasto un artista piuttosto schivo, che preferisce comunicare attraverso la musica. Prolifico come sempre e con una malcelata passione per il formato EP, che del resto sta vivendo una nuova giovinezza come dimostrano le recenti uscite di Johnny Marr e dei Beach House.
Le due tracce raccolte sotto il nome di “Chemz / Dolphinz” pubblicate tra il 2020 e il 2021 potevano essere la colonna sonora di una gioiosa e sfrenata rinascita, un lungo rave post pandemico, con il nuovo “Antidawn” le cose cambiano. Atmosfere decisamente sfumate, brani tra i sei e gli undici minuti che crescono lentamente fermandosi ai confini tra dub, ambient, trance, glitch legati da un filo rosso fatto di sample e melodie appena accennate. Beat al minimo, una diversa forma di adrenalina.
Tre quarti d’ora riflessivi che sono stati paragonati alle colonne sonore di videogiochi come Silent Hill e Resident Evil solo che in queste cinque tracce la trama va immaginata, ricostruita tra esplosioni sonore e colpi di tosse, sospiri, fruscii e frasi che si perdono nell’etere di radio ““ Burial. I titoli dei brani sono un indizio importante per ricomporre la storia ma “Antidawn” va soprattutto goduto, lasciato scorrere in tutta la sua forte fragilità . Un po’ noir, un po’ thriller, con la sua quiete spettrale è un perfetto ascolto invernale.