Lo ammetto: non ho mai amato particolarmente l’indie-pop, tolti alcuni rarissimi casi come Yo La Tengo o Grandaddy, per cui spesso già dalla prima traccia un disco può facilmente indispormi. Ma per fortuna non è il caso dei Phantom Buffalo.
Un cd, questo “Cement Postcard With Owl Colours” che può beneficiare di una freschezza sorprendente. Una commistione tra indie, folk e pop che genera dodici tracce godibilissime e che non nasconde le influenze, dai Beatles fino ai The Byrds, passando per The New Pornographers e i già citati Grandaddy, ma le sa “‘miscelare’, ognuna nella giusta misura.
Qui andrebbe aperto un capitolo a parte, perchè il progetto Phantom Buffalo sa insegnare come essere diretti e semplici in alcune trame ritmiche, senza mai cadere nell’ovvietà e nella banalità , e dimostra di saper stupire e coinvolgere senza annoiare con arrangiamenti barocchi o cori inutili e tedianti. Se lo giudicate poca cosa dovreste trovarvi ad ascoltare settimanalmente(come il sottoscritto, ahimè) lavori di gruppi che fanno della noia la loro arte migliore e sembrano quasi farsene vanto o scudo verso le eventuali critiche.
Questo nuovo album della band statunitense inanella tra l’altro tre o quattro perle che sarebbe assolutamente un peccato non citare: “Listen to Leaves” (che apre il cd) ha nella giusta alchimia di vuoti e pieni la sua arma vincente, “I Bring the Sunshine and Nightmares” è una ballata dall’incedere folk che entra in testa e non esce più, “Battle of The Roses” è un grande singolo, ricco di cambi di ritmo e di arpeggi ipnotici, “Goliath Tales” è l’ultima traccia ed è la perfetta chiusura con venature un po’ più dark per un lavoro che merita sicuramente ulteriori ascolti per essere goduto appieno.