Continua il percorso del ravennate Giacomo Scudellari e del suo progetto Unapalma adottato da Brutture Moderne nel 2018 con il disco “Lo Stretto Necessario” in cui si concretizzava il sodalizio artistico con Francesco Giampaoli (Sacri Cuori, Hugo Race, Classica Orchestra Afrobeat) nato tre anni prima. Un rapporto che prosegue e continua anche con i trentatre minuti di “Eternit” prodotti e mixati proprio da Giampaoli che ha visto una marcia in più nel cantautorato gentile e a volte malinconico di Scudellari, qui accompagnato da Diego Sapignoli alla batteria, Christian Ravaglioli a pianoforte, sax, clarinetto, Lorenzo Camera alla chitarra elettrica.
Un sound intenso accoglie l’ascoltatore fin dalle prime note del singolo “Clorofilla” che rivela il lato più delicato della scrittura di Unapalma, capace di descrivere situazioni sentimentali con una tenerezza che non a caso viene spesso paragonata a quella messa in mostra dal conterraneo Dente. L’anima pop di Scudellari fa capolino in “Ghiacciai”, l’umore sale con “Ecomostro” in pieno trip acustico con un testo divertente, l'”Eternit” della title track è una piccola scanzonata scoperta.
Buoni anche l’impeto melodico di “Cortisone” e le armonie di “Sumo” dove risaltano le voci femminili (Arianna Pasini, Giorgia Montanari, Desideria Grilli Cicilioni ai cori) ma il vero piatto forte dell’album è il finale con una ninna nanna agrodolce come “TFR” e il pianoforte di “Anice” a chiudere i giochi. “Eternit”, “pensato come una sorta di itinerario turistico nella complessità dei rapporti umani” come recita la press release, non è una prigione ma un piccolo labirinto che evita cadute di stile e si lascia apprezzare alla distanza.