Pochi giorni fa la cantautrice Samuela Schilirò ha pubblicato, per Azzurra Music, il nuovo singolo”Santa Madre dell’Umanità “, un brano fortemente critico sul presente e sulla società che abbiamo già avuto modo di raccontare in uno dei nostri infuocatissimi bollettini del weekend.
Noi di IFB abbiamo approfittato di questa release per contattare Samuela e farci raccontare qualche dettaglio su questo nuovo lavoro. Ecco cosa ci ha detto:
Brano incentrato sui problemi della società il tuo nuovo “Santa Madre dell’Umanità “. Non solo uno sfogo personale ma un inno generazionale. Cosa non ti piace del presente?
Farei prima a dirti cosa mi piace del presente. No dai, non sono affatto così catastrofica, però certo è che se avessi una bacchetta magica riattiverei la gentilezza e l’empatia. Vengono molto sottovalutate, anzi a volte considerate condizioni di debolezza, ma per me sono la chiave di tutto.
Cosa non sopporto di questa nostra società ? La cattiveria, probabilmente figlia di frustrazioni e insoddisfazioni personali, riversata per di più gratuitamente sugli altri, che ci fa diventare giudici spietati e nella migliore delle ipotesi si trasforma, invece, in indifferenza; allo stesso modo il finto impegno sociale, quello che segue le mode, quello che ci fa essere tutti pubblicamente fan di Greta Thunberg, mentre siamo quelli che di nascosto buttano ancora l’immondizia per strada e quando va bene non fanno la raccolta differenziata; il razzismo e l’omofobia, perchè non sono argomento vecchio, sono quanto mai attuali, soprattutto in questo momento in cui siedono in parlamento uomini, votati dal popolo italiano, che paragonano l’omosessualità alla pedofilia, che dichiarano che le donne hanno l’attitudine all’accudimento e gli uomini alle materie scientifiche, che esultano come fossero allo stadio quando nel 2021 non viene approvata una legge contro le discriminazioni e la violenza, che decidono di non soccorrere i migranti in balia del mare; la spettacolare solitudine che contraddistingue l’essere umano di quest’epoca, che è così veloce da ridurre la nostra memoria a quella di un criceto, da indurci all’individualismo sfrenato tanto da non sentire nemmeno chi ci parla all’orecchio, da tradurre la nostra depressione, dovuta all’impossibilità di essere performanti come dovremmo, in sedute dallo psicanalista e da costringerci a vivere una vita virtuale in cui sentirci meno soli e meno incapaci, più compresi e accettati; Facebook che diventa Metaverso e gli umani avatar, come se non ci fosse già abbastanza alienazione e confusione tra realtà e virtualità .
Direi che per oggi mi fermo.
La soluzione per sopravvivere dove risiede? Come trovarla?
Probabilmente nell’uso e non nell’abuso degli straordinari mezzi che oggi abbiamo a disposizione. Sono una sostenitrice del progresso, ma di quello vero, non di quello che nasconde il medioevo dietro l’innovazione tecnologica. Se la scienza va avanti e fortunatamente lo fa, vada al passo con gli esseri umani e venga sfruttata da noi esseri umani, non viceversa. Oggi, a differenza del passato, abbiamo l’incredibile fortuna di avere tantissimi strumenti, che non sono elitari ma alla portata di tutti, dovremmo imparare a usarli per studiare, approfondire, informarci, aprire le nostre menti, confrontarci, dialogare, ridere, coltivare lo spirito civico e quello critico, che si fondano sul rispetto degli altri. Provando a fare così e con un sacco di passeggiate nella natura, forse potremmo uscire dalla gabbia che abbiamo in testa e in cui spesso ci infiliamo con le nostre stesse mani.
Le nuovissime generazioni fanno ben sperare, nonostante le mascherine e il divieto di contatto fisico.
In questa situazione credi che la musica, nello specifico la tua canzone, possa e debba scuotere le coscienze?
In generale penso che la musica abbia un grandissimo potere comunicativo e che i così detti cantautori abbiamo il dovere in certi momenti storici, come questo ad esempio, di fare politica, nel senso etimologico del termine, cioè di raccontare cose che riguardano la polis, proprio per il ruolo che storicamente hanno sempre avuto, che poi è il motivo per cui sono nati.
Io non ho la pretesa di scuotere le coscienze. Scrivo canzoni perchè così so comunicare, così mi viene, così posso esprimermi appieno. Ovviamente, non lasciandole sulle corde della mia chitarra o sui tasti del pianoforte, ma consegnandole al mondo, lancio un messaggio. Ma è semplicemente un modo di trasmettere il mio sentire e di condividere un punto di vista, non ho nulla da insegnare a nessuno e non voglio farlo. Io dico quello che sento e lo faccio con la musica, ci sarà qualcuno a cui le mie parole e le mie note risuoneranno dentro, qualcuno che magari si soffermerà a riflettere, qualcuno a cui non piaceranno e qualcun altro che ne rimarrà indifferente. Fa parte del gioco e va bene che sia così.
Con chi hai lavorato al brano? Parliamo soprattutto delle sonorità , un po’ distanti dalle tue abituali.
Devo dirti la verità . Questo brano, molto più dei miei precedenti, è frutto di un lavoro solitario. In questi ultimi due anni, avendo avuto molto più tempo a disposizione per ovvi motivi, ed essendo stata costretta, come tutti, a mantenere la distanza sociale, mi sono dedicata alla scrittura e alla pre produzione dei miei nuovi brani, compreso questo. Ho scelto il vestito, il colore, il mood, suonato diversi strumenti, programmatone altri, tutto dallo studio di casa mia, o meglio dal mio divano. Una volta ultimati gli arrangiamenti e selezionati i suoni, sono entrata in studio di registrazione (appena le ordinanze l’hanno permesso) per dare forma definitiva alle mie idee. Lì ho collaborato con Michele Musarra, che ha suonato il basso, ha contribuito alla sistemazione di alcune programmazioni e ha eseguito le riprese, Denis Marino per alcune chitarre elettriche, Mariagiovanna Lauretta (co-autrice del testo) al piano e Vincenzo Di Silvestro al violino.
Comprendo che considerato questo cambiamento di sound, possa sembrare che dietro ci sia chissà quale produttore, ma in realtà è proprio tutto il contrario. Ti spiego brevemente perchè ho scelto queste sonorità . Innanzitutto perchè amo cambiare, sfidarmi e sperimentare, poi perchè negli ultimi tempi ho ascoltato molta più musica ’80 ed elettronica, scoprendo un mondo interessantissimo che avevo approfondito poco finora, in più ho deciso che per raccontare di attualità ci voleva un suono che fosse attuale, e infine perchè i synth mi divertono tantissimo e mi mettono di buon umore, mi danno la sensazione di avere la capacità di alleggerire e sdrammatizzare anche le questioni più angosciose, insomma fungono da ansiolitico, sia per me che per il pezzo.
Ai giorni nostri la musica, quella pop ma non solo, è soprattutto creata e lavorata in team. Quanto è importante per te circondati dalle persone giuste?
Fondamentale. Cerco accuratamente le persone con cui lavorare e quando le trovo faccio in modo, se possibile, di non separarmene. I musicisti con cui suono, per esempio, sono i miei compagni di viaggio da anni ormai. Nel mio team non devono mancare la competenza, il gusto e la sensibilità , sia artistica che umana. Al momento il mio gruppo di lavoro è veramente variegato ed è sparso per la penisola: a sud musicisti, fonico, fotografa, make up artist e regista, a nord manager, etichetta, ufficio stampa e ingegnere del suono. Siamo una squadra fortissimi! (ride)
Come vedi, invece, il modo dello streaming? Pensi la musica liquida dia davvero la possibilità di emergere anche da indipendenti, oppure si rischia di perdersi come gocce nell’oceano?
La musica liquida ha portato il concetto di comunismo nella discografia e questo per me è un bene, sono contenta del fatto che tutti oggi possano condividere con gli altri le proprie creazioni, ma è assolutamente chiaro che si rischi di perdersi in un oceano infinito di produzioni. La proposta è di gran lunga superiore alla domanda e di conseguenza oggi è più difficile scovare le novità , nonostante sembri più semplice, proprio perchè sono troppe. Nello stesso giorno, il fatidico venerdì, escono tantissimi singoli e di artisti più o meno noti. Ecco perchè il web non basta, ci vogliono più concerti e anche altri tipi di “vetrine”.
Sappiamo che in questi giorni sei in studio di registrazione a concludere il tuo nuovo disco. Cosa ci può anticipare?
Ma ovviamente che sarà un disco bellissimo! (ride)Giuro che racconterà anche di cose belle e non tutti i pezzi avranno il bpm del singolo. Se volete sapere quando uscirà , tenetevi aggiornati sulle mie pagine social.