Ci sono pochissimi artisti per cui nutro una simpatia fuori misura. Seppur l’ultimo album non mi abbia convinto del tutto reputo Miles Kane e tutti i suoi lavori degni di grande attenzione. Perchè dietro all’innata bravura di questa brit icon si cela un ragazzo appassionato del suo lavoro, della musica e delle sue mille sfaccettature e, soprattutto, dell’Italia. Ero via in vacanza in Marocco quando sul mio cellulare comparse il messaggio “Ti va di intervistare Miles Kane?“: ci misi credo due nano secondi per dire di sì. Preso da un momento euforico, sono andato a riascoltare subito il suo ultimo lavoro in studio “Change The Show” che poco ha a che vedere con il Kane che conosciamo. Da una dimensione rock’n’roll in stile inglese siamo passati a delle atmosfere soul, cambiando quindi il suo stereotipo oramai assodato per entrare in un mondo che a detta di Miles ha sempre amato.
La telefonata inizia con un “Ciao Luca”: subito si parte con l’italiano e quindi mi sorge spontaneo fare un po’ lo stalker.
Miles, ma sei per caso in Italia? Perchè proprio ieri ho visto una tua Instagram Stories con la bandiera italiana mentre camminavi per strada.
Magari, lo vorrei tanto. Sono solo ossessionato con l’Italia, quindi ho postato la bandiera bro. Amo troppo questo paese!
Fantastico, queste sono belle notizie per i fan italiani che ti stanno aspettando. Partiamo con la domanda più ovvia forse: qual è stato il processo creativo per la tua ultima fatica “Change The Show”?
Al tempo volevo fare una collezione di brani che mi sembravano buoni per me. Mi sono proprio divertito, è stato un bellissimo percorso dall’inizio alla fine e questo ha contribuito a far vedere, attraverso soprattutto il disco, dove sono e chi sono come artista, uomo ed essere umano. Molto semplice: volevo esprimere i miei sentimenti attraverso queste canzoni.
Mi sorge allora spontaneo chiederti se la pandemia in qualche modo ti ha influenzato nella scrittura di questi brani.
Sì beh le canzoni di “Change The Show” sono state scritte mentre guardavo i notiziari e mi sentivo sostanzialmente depresso. Cambiavo canali continuamente, cambiavo quindi lo show che stava andando, e di conseguenza le canzoni hanno un grande e profondo significato. Canzoni che mi riportano tutto, e penso che sono stati due anni molto intensi ovviamente sotto il peso del lockdown e solo adesso mi sento di essere rinato, di sentirmi di nuovo me stesso.
Capisco benissimo il sentimento. Spostandoci verso una grande traccia di questo LP mi chiedevo come è nato il featuring con Corinne Bailey Rae per la canzone “Nothing’s Ever Gonna Be Good Enough”.
Lei è una mia amica di vecchia data, siamo molto amici. Ci siamo scambiati idee per oltre 15 anni e ora siamo arrivati a concretizzare quelle idee in un prodotto. Penso che abbiamo una grande connessione noi due, supportandoci a vicenda sia ora che prima.
Stavo leggendo poco tempo fa un’intervista che hai fatto dove dicevi che il tuo obiettivo era quello di creare un grande album moderno di soul del nord. Tu sei considerato una brit icon nel Regno Unito e in Europa: quindi mi chiedo perchè proprio il genere soul e, ovviamente, pensi di essere riuscito nel tuo intento?
risata (e qua non voglio tradurre): of course i fucking did! Ho sempre amato quel tipo di musica e crescendo in casa con mia madre o andando a quella di mia nonna quella era la musica che si sentiva, quella dei The Temptations per esempio. Ci sono cresciuto tantissimo ed ora fa parte oramai della mia vita in maniera massiva. Ho un lato glam-rock, ma ho anche un lato cool, stile Motown da far vedere. Ho fatto vedere solo un altro lato della mia personalità .
Ho visto anche che hai lavorato con due grandi produttori, Oscar Robertson e Dave Bardon dei Sunglasses for Jaws.
Oscar e Dave sono bravi produttori, ma anche grandi musicisti di batteria e basso. Sono fantastici, hanno realizzato questo grande prodotto di strumenti per me e mi hanno aiutato tantissimo a realizzare l’album così com’è diventato e continuerò la collaborazione nel futuro. Oscar per esempio suonerà la batteria in tour con me, anche settimana prossima. Ho una nuova band e non vedo l’ora di farla sentire. Verrai a Milano, vero?
Certo che ci vengo, ti ho seguito fin dall’inizio e ammetto che i tuoi live sono tra i più divertenti che abbia mai visto. Ma appunto, visto che tornerai nel nostro paese, qual è il tuo rapporto con l’Italia (in generale, non solo musicale)?
L’Italia per me è tutto: crescendo ho visto che c’è qualcosa che proprio mi porta, mi spinge verso il tuo paese. Quando ero piccolo, ero ossessionato con Baggio e Maldini e mia madre ha sempre amato film che richiamassero il bel Paese come “Il Padrino” (e qui WTF Miles?). Lo stile italiano, il calcio: ho sempre amato anche quell’America, di New York per esempio, versione all’italiana. C’è qualcosa che mi interessa con queste caratteristiche e man mano che son cresciuto il mio fascino per gli italiani è aumentato sempre di più. Non so se riesco a spiegarmi, vi amo e basta.
Hai un sentimento molto naturale, ci sta non saperlo spiegare!
Che sia il calcio o la musica, amo Battisti e Celentano, c’è qualcosa in come siete che amo e non so se ci siano antenati nel mio albero genealogico connessi all’Italia, ma magari sì. Mi sento così e basta, niente di più. Potrei anche vivere in Italia sinceramente.
Parlando dello show a Milano, puoi anticiparci qualche chicca o sorpresa? Magari, non so, qualche vecchia canzone ripescata dal grande cesto dei tuoi successi?
Hey hey hey, non posso mica rivelare i miei segreti young man (ti ringrazio Miles). Abbiamo nuovi trucchetti, vecchi trucchi, anche blu e rossi. Sarà fantastico!
Ok, ho un’ultima domanda. Possiamo considerarla come una bonus track o una bonus question. Qualche buona nuova dal tuo compare Alex Turner sul terzo capitolo dei The Last Shadow Puppets?
Sai ogni volta che ci vediamo è sempre un piacere passare del tempo assieme. Un terzo capitolo sicuramente ci potrà essere, ma potrebbe succedere il prossimo anno o quello dopo. Non vogliamo forzare l’altro, non l’abbiamo mai fatto noi due: se siamo nel nostro momento, allora potrà accadere certo. Se ce la sentiamo allora vedremo che succederà !
Con altri grandi “ciao ciao” e “ci vediamo a Milano” abbiamo terminato la chiamata. Un po’ emozionato e ancora scosso mi sono acceso una sigaretta. Ho ripensato a quante volte l’ho visto live, a quante ore passate ad ascoltare le sue canzoni. Quasi non mi sembrava vero.
Miles Kane arriverà in Italia il 24 aprile ai Magazzini Generali di Milano e vi consiglio assolutamente di andarlo a sentire live perchè è uno dei pochi artisti che sà come fare “un cazzo” di concerto.