Ricordavate il progetto The Land Below per il suo synth-pop? Beh, è ora di cambiare. Qualcuno potrà  rimanere sicuramente spiazzato, ma francamente a noi questo nuovo album “coraggioso”, imbevuto di malinconico folk non è affatto dispiaciuto, quindi facciamo i complimenti a Erik Lindestad per la sua voglia di cambiare.

Tutto sicuramente parte dal divorzio che ha visto protagonista il musicista con sua moglie. Si potrebbe pensare che questo momento abbia alimentato pensieri cupi e difficili, invece è lo stesso Erik a dissipare questi pensieri, informandoci che non è stato difficile o particolarmente pesante il processo di scrittura, solo che sentiva il bisogno di rendere più scarne e asciutte le sue composizioni, basandole principalmente su chitarra acustica e voce, con qualche accenno di tastiera a completare il suono.

Ne è risultato un disco quindi di folk misurato e intimo, raccolto e soffuso, in cui i toni si fanno bassi e l’impegno è proprio quello di non alzare mai la voce, per non turbare un momento di grande raccoglimento. Ottime melodie e un pugno di canzoni davvero da pelle d’oca.
Punto di riferimento dichiarato dallo stesso Erik è Emma Ruth Rundle e la cosa non può che farci piacere, vista la nostra stima verso la cantautrice statunitense.

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