Ancora una volta l’ Australia è fucina di meraviglie. Terra affascinante, suggestiva e rica di fascino, che spesso dal punto di vista musicale ha saputo emozionarci. In ambito indie-pop con voce femminile abbiamo più di un nome che potremmo estrarre dal nostro personale cilindro, usando aggettivi superlativi a profusione, per confermare il principio che l’ Australia abbia qualcosa di speciale e oggi segniamo sull’agenda un nuovo lavoro da accogliere con tutte le lodi del caso. Stiamo parlando di “The future is here but it feels kinda like the past” della talentuosa Annie Hamilton, che ha fatto la sua gavetta nei Little May di Sidney e poi dal 2018 ha iniziato a muoversi in solitudine, piazzando i suoi primi singoli. Le soniche “Fade”, “my new tattooed chameleon” e “Kitchen” sono tanto incalzanti quanto ricche di ottimi riverberi anni ’90, in bilico tra nostalgie e indie-rock di ottima fattura. I brani erano stati racchiusi in un EP uscito nel maggio 2020.

Ecco poi iniziare la marcia di avvicinamento a questo vero e proprio esordio che, diciamolo subito, ci piace moltissimo, anche se viene meno quell’aspetto più graffiante e rumoroso dei suoi inizi, preferendo evidenziare un lato più morbido e dream-pop se vogliamo, fatto con grande gusto e sensibilità .

La partenza di “Providence Portal” con la sua sospensione affascinante e rigogliosa è biglietto da visita suggestivo e più che caratterizzante di quello che andremo a sentire, poi ecco che arrivano in successione tutti pezzi da novanta, capaci di essere melodicamente accattivanti, sempre arrangiati con delle soluzioni piacevolissime (“exist” ne è ottimo esempio, pare quasi che ci sia la mano dei The Go Team) e con questo gusto pop che abbraccia derive legermente oniriche ma nello stesso tempo non perde di vista la forma canzone e la struttura per entrare subito in circolo (“night off”, il mio pezzo preferito).

“Again” è deliziosa, spigoli arrotondati, dolce e con una melodia impeccabile. Bellissima “pieces of you” che parte come una ballata al piano, per poi assumere un tono più corale, riprendendo poi l’aspetto piano/voce. “bad trip” lavora benissimo sul ritmo, costruendo un climax affascinante, ma è “all the doors inside my home are slamming into one another” che ci lascia senza fiato, ancora una volta nella struttura in crescendo, prima del finale suggestivo e magicamente dream di “whirlwind”.

Si arriva a fine disco con un solo pensiero in testa…”ne voglio ancora” e si riparte dalla prima canzone. Impossbile resistere al fascino di Annie Hamilton.

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