Sembrano indistruttibili gli Stars, storico sestetto canadese che periodicamente torna a deliziare con le fini armonie, le atmosfere sempre in bilico tra indie ed elettronica. Cinque anni dopo “There Is No Love In Fluorescent Light” arriva il gradevole “From Capelton Hill” prodotto da Jace Lasek e Marcus Paquin. L’effetto è quello di una cartolina affettuosamente firmata da Torquil Campbell, Evan Cranley, Amy Millan, Chris McCarron, Patty McGee e Chris Seligman.
“So here we are, 9 records on and still kicking…” recita la loro pagina Bandcamp e il disco numero nove ha per loro un sapore diverso, agrodolce: quello dei ricordi legati alla località di North Hatley in Quebec da cui prende il nome. Un luogo che sembrava immutabile eppure è cambiato generando un mare di riflessioni sul tempo che passa e i segni che lascia. Non sono più alla ricerca del ritornello perfetto gli Stars, oggi vogliono emozione e verità .
Non deve quindi stupire che “From Capelton Hill” inizi con una citazione (il breve dialogo tratto dal film “Sèance on a Wet Afternoon” / “Ventimila sterline per Amanda” del 1964) e una linea di sintetizzatore prima di aprirsi in un classico brano per la band di Montreal, con le voci di Torquil Campbell e Amy Millan che s’interrogano sul futuro tra tentazioni orchestrali e molta dolcezza che diventa nostalgia pura in “Pretenders”. Il bello degli Stars è tutto qui, nell’innocenza quasi adolescenziale di “Back To The End” e nell’intensità dolorosa di ballate come “Patterns” e “That Girl”.
Vent’anni di vita musicale in comune non hanno scalfito lo spirito giocoso dei canadesi, ben evidente nella energica, vibrante “Hoping” abilmente bilanciato da “I Need The Light” e dalla tenera carezza finale, “Snowy Owl”. Persino negli episodi un po’ più prevedibili (“Build A Fire”, “To Feel What They Feel”, “If I Never See London Again”ad esempio) si sente l’orgoglio di una band che non ha mai rinunciato alla propria umanità e mantiene un buon livello medio, al netto di un passato forse irraggiungibile.
Credit foto: Gaëlle Leroyer