Il prossimo 20 gennaio, via 100% Records, i We Are Scientists pubblicheranno il loro ottavo LP, “Lobes”, che arriva a poco più di un anno di distanza dal precedente, “Huffy”.
“Lobes è il nome di un cereale dalle sfere nere inventato da Chris Cain (non chiedetelo)”, spiega il frontman e chitarrista Keith Murray. “Ovviamente il disco ha poco a che fare con la colazione, ma mi piacevano le associazioni che la parola ha con la biologia cerebrale, l’evocazione della fantascienza e il senso di qualcosa di fondamentalmente umano e allo stesso tempo totalmente inconoscibile. La parola “lobi” mi fa pensare ai film horror sul corpo di David Cronenberg, ma anche alle commedie di buone maniere di Whit Stillman. Mi piace molto la reazione che suscita nelle persone: tutti conoscono la parola “lobi”, ma per qualche motivo, essere sfidati a definirla li spaventa, li fa arrabbiare, li fa ridere o li fa dire “stai zitto”. Che bella reazione a una parola così innocua. è anche piuttosto divertente da dire. Lobi”.
Dopo aver condiviso “Operator Error” il mese scorso, ora la band statunitense rilascia un nuovo singolo, “Less From You”, accompagnato da un video diretto da Dan Monick.
Avendo visto il suo pessimismo smentito così tante volte nella vita su “così tante cose – l’amicizia, l’amore, un Mai Tai inaspettatamente ottimo nel seminterrato di un hotel inglese”, Murray dice che è stato impossibile “mantenere davvero quella visione cinica a tutto campo nell’età adulta”. Certo, ridurre il mio pessimismo mi ha impedito di godere del particolare piacere di vedere sovvertite le mie pessime aspettative, ma “Less From You” celebra il piacere più grande di vedere superate le mie già alte speranze”. Il bassista Chris Cain dice che avrebbe voluto che la parte di basso di questa canzone fosse eseguita con il loro Moog Voyager – “un basso synth bello spesso sembrava un ottimo modo per aggiungere un po’ di sleaze alla festa, ma alla fine, una miscela di Moog e basso suonava meglio”. Aggiunge scherzosamente che teme di “dover suonare questa parte di basso durante gli spettacoli dal vivo, invece di fare una pausa per ballare.”
Photo Credit: Dan Monick