Primissimi anni ’20, mentre in Irlanda infuria la guerra civile sull’isolotto di Inisherin si consuma un altro conflitto. Uno scontro che ieri non c’era, sorto come si suol dire dalla sera alla mattina.
Di punto in bianco Colm (Brendan Gleeson) smette di parlare al suo buon amico Padraic (Colin Farrell), senza troppe spiegazioni, non vuole più spendere tempo al pub con lui, non vuole ascoltare le sue dissertazioni prive di significato. Sconcertato, ferito, Padraic non si darà  per vinto e insisterà  affinchè Colm ritorni ad essergli amico. Da qui un terribile ultimatum che fa più o meno così: “o mi lasci in pace o al prossimo tentativo di contatto inizierò a mozzarmi le dita a una ad una, anche quelle che mi servono a suonare il violino“.

Ovviamente chi conosce McDonagh saprà  che non c’è nemmeno da chiederselo se Colm faccia sul serio, che la domanda da farsi è, semmai, quante dita cadranno. Altrettanto chiaramente lo scontro tra i due andrà  ben oltre dita e scene di gelosia al pub, diventanto simbolo di qualcosa di molto più grande.

Non bastassero due interpretazioni gigantesche colorate da un accento irlandese d’altri tempi, il film può contare su una credibile messinscena pastorale di inizio secolo, sui paesaggi dalla bellezza brutale delle scogliere irlandesi e su una regia capace di tenere tutto quanto insieme alla perfezione.