Leggenda vuole che un giornalista malizioso durante un intervista per la presentazione del suo primo Indiana Jones fece notare la somiglianza delle avventure dell’archeologo a quelle del protagonista delle tavole di un fumetto celebre in Europa intitolato Tintin.
Nasce così l’interesse di Steven Spielberg per il personaggio creato dal fumettista belga Hergè (al secolo Georges Remi) che ne traduce le gesta letterarie in un opera filmica dopo una laboriosa gestazione trentennale. Il tempo di accorgersi di avere una tecnologia ormai matura ““ grazie alla sperimentazione con la performance capture elaborata da Robert Zemeckis da “Polar Express” in poi – per poter rappresentare sul grande schermo le peripezie del giovane reporter avventuriero insieme al fido fox terrier Milù, con la collaborazione decisiva della Weta Digital di Peter Jackson che dirigerà i due episodi successivi dell’annunciata trilogia.
Insieme ai suoi storici collaboratori, (Janusz Kaminski alla fotografia, Michael Kahn al montaggio e John Williams alla colonna sonora) Spielberg chiama a raccolta per la sceneggiatura gli apprezzati Stephen Moffat, Edgar Wright e Joe Cornish ed insieme imbastiscono un caleidoscopio narrativo e visivo di matrice classica aggiornato con l’avvento delle nuove tecnologie e l’utilizzo di riprese virtuali in 3d. Tutto l’immaginario del regista americano ed il tocco fanciullesco della sua Amblin confluisce in questa pellicola ridondante di riferimenti e ammiccamenti all’universo personale della sua filmografia (dai titoli di testa alla “Prova a prendermi” al ciuffo di Tintin che emerge come “Lo squalo”, agli inseguimenti in pieno stile “Indiana Jones” fino allo scontro con il villains di turno che ricorda il Capitan Uncino di “Hook” e così via) senza tradire lo spirito delle tavole originali di Hervè a cui concede perfino un cameo digitale.
Girare il film interamente in digitale è un opportunità per il regista di porre l’accento sulle nuove possibilità cinematografiche e l’utilizzo dei nuovi mezzi tecnologici. Il maestro Spielberg si adegua e dimostra ancora una volta il suo talento strabiliando in più di un occasione con splendidi piano sequenza con alternati punti di vista che si mischiano costantemente nelle scene d’azione più lunghe, immortalando riprese pirotecniche e acrobatiche impossibili da eseguire “dal vero” che disegnano geometrie impensabili e spettacolari che strabordano di dettagli visivi conferendo un ritmo incalzante e fluido per tutto il susseguirsi della vicenda.
Oltre le spettacolari scene d’azione di cui il film è farcito sono da apprezzare anche le interpretazioni degli attori Jamie Bell, Daniel Craig, la coppia irresistibile Simon Pegg e Nick Frost e su tutti il veterano della motion capture Andy Serkis (in odore di candidatura all’oscar per la sua performance ne “L’alba del pianeta delle scimmie”) che nulla perdono nel trasferimento nella conversione sintetica in digitale dei loro personaggi.
Spielberg torna a stimolare nuovamente il “fanciullino” cinefilo che in noi e confeziona un film per famiglie dal sapore vintage con il piglio tipico della sua poetica cinematografica aggiornato ai nostri tempi in equilibrio tra messa in scena classica e concessioni sperimentali all’avanguardia di ripresa. Un giro rocambolesco e mozzafiato sulla giostra enorme della terza dimensione da parte di una sorta di Indiana Jones con il ciuffo.
Regia: Steven Spielberg Produzione: Sony Pictures USA, Belgio, Nuova Zelanda 2011 Sceneggiatura: Steven Moffat, Edgar Wright, Joe Cornish Fotografia: Janusz Kaminski Montaggio: Michael Kahn Scenografie: Andrew L. Jones Musiche: John Williams Genere: Animazione Con: Jamie Bell, Andy Sorkis, Daniel Craig, Simon Pegg, Nick Frost Durata: 107′ |