Dopo l’ascesa dei Vaccines lo scorso autunno, NME apre le porte ai Tribes. Questo quartetto di Camden nasce dall’incontro di un indie rock vagamente punk ed un brit più malinconico ed incazzuto alla Libertines. I Tribes fanno il botto puntando su un rock semplice, velato da un costante alone di malinconia, ma ben lontano da quella ancestrale depressione glasvegasiana. Oltre alle melodie sognanti che ricordano gli Arctic Monkeys di “Humbug”, la band si discosta dalla ultima tendenza lo-fi privilegiando una produzione limpida, in grado di far risaltare maggiormente batteria e chitarra, spesso in vena di virtuosismi rock e distorsioni.
“Baby” è un tripudio di chitarre pungenti ed atmosfere dreamy da campagna inglese. Il tutto condito con una batteria ed un basso presenti (ma mai troppo invadenti) ed una voce molto melodica, spesso arricchita da cori e controcanti, in grado di rendere più intimi brani già particolarmente folkeggianti come “Halfway Home”, in cui la delicatezza delle strofe è contrastata da una esplosione rock nel ritornello. Altri esempi sono la più impostata “Corner of an English Field”e la semi-ballad “Nightdriving”, il cui titolo si adatta perfettamente ad una notte solitaria nelle campagne inglesi. L’epica evoluzione di “Himalaya” gioca con echi di chitarra, cori e voci alternandoli ad una presenza marcata di chitarra distorta, strizzando di tanto in tanto l’occhio ai compari Drums. Più lo-fi è il singolo “Sappho”, che riprende la formula basata sul duo chitarra distorta-batteria, creando un suono più corposo, sempre arricchito da cori e controcanti. Di stesso impasto brit rock, ma vagamente più moderno, sono “We Were Children”, già presente nell’EP, e la distorta “Whenever”, che come “When my day comes” gioca sui richiami punk rock anni 90 arricchendo l’album con una ventata di spensieratezza. Sempre vagamente distorto e giocato su una chitarra anni 80 è “Walking in the Street”, mentre a concludere un soft rock più delicato con “Bad Apple”.
Con questo debutto i Tribes puntano su un sound che lontano da orpelli elettronici riesce a fare di voci e strumenti la base perfetta per un rock diretto, malinconico e senza troppe pretese. Già tra i partecipanti al prossimo NME tour, non si può negare che questi quattro ragazzi inglesi faranno strada. Da tenere d’occhio.
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2. We Were Children
3. Corner Of An English Field
4. Halfway Home
5. Sappho
6. Himalaya
7. Nightdriving
8. When My Day Comes
9. Walking In The Street
10. Alone Or With Friends
11. Bad Apple