C’è una bella atmosfera all’Init la sera del 1 ° aprile. L’occasione grossa di vedere per la prima volta dal vivo a Roma i Maybeshewill, era troppo appetibile da lasciarsela scappare. Ed una serata che come pesce d’aprile mi fa scoprire due realtà  che non conoscevo minimamente, la rende veramente speciale. Sto parlando delle Shootin’Stars e di Howard James Kenny, che si susseguono sul palco prima dell’attesissima esibizione del gruppo britannico.

Le Shootin’Stars, per chi non li conoscesse, sono un terzetto polistrumentista romano, composto da sole donne.  Le loro influenze spaziano tra la dark-wave al blues, come il loro modo di alternarsi sul palco gli strumenti (da quelli a corda a quelli a fiato). Oltre a qualche brano estratto dal primo disco “In The Morning – In The Dark”, nella loro breve esibizione, c’è anche da annotare una presenza scenica sicura e disinvolta, capace di ammaliare i presenti e di conquistarli ulteriormente, sopratutto quando ripropongono la versione di “Ride of Me” di P.J. Harvey.

Di respiro diverso è la performance del song-writers britannico Howard James Kenny. Capace di catturare l’attenzione di un pubblico silenzioso ed estasiato di una grazia che può ricordare Nick Drake. Un’esibizione breve ma intensa dove vengono riprese alcuni brani del suo esordio discografico “Shelter Songs”, ed una cover dei Massive Attack “Teardrop”, tra l’altro molto applaudita.

Il momento del quintetto di Leicester arriva poco dopo le 23:30, ed una sala entusiasta applaude la loro entrata in scena, sotto le note di “Opening”, traccia che apre la loro ultima fatica “I Was Here For A Moment, Then I Was Gone “. Ovviamente il pezzo che segue “Take This To Heart”, non si discosta minimamente dalla versione del disco, rimanendo fedele in ogni passaggio e nella sua energia. Ed un wall of sound compatto che ci accompagna per tutta la serata, sopratutto in “Co-Conspiration”, in una versione veramente intensa. Tra arpeggi e cambi di tempo parte “The Paris Hilton Sex Tape”, brano appartenente al primo lavoro “Not For Want of Trying”, il disco che segna l’entrata tra le band post-rock più promettenti. Una versione molto applaudita dal pubblico, che pezzo dopo pezzo si scalda sempre di più. Come del resto anche la band, che sul palco sembra abbattere quella timidezza iniziale, attraverso un sound corposo, capace di sapere emozionare ma anche di colpire nel segno. Basta sentire la versione adrenalinica di “This Time Last Year”, che esalta i presenti. Una tastiera e dialoghi del film “Le Regole dell’Attrazione” danno al via ad un’emozionante versione di “In Another Life, When We Are Both Cats”,  ed un’atmosfera che minuto dopo minuto diventa esplosiva.  Stesso discorso che vale per la successiva “Critical Distance” e con “I’m in Awe, Amadeus!”, dove si vedono i Maybeshewill divertirsi anche loro sempre di più.

Poi parte trittico tratto dall’ultima fatica:”Accolades” aumenta le vibrazioni della serata, “Red Paper Lanterns” viene eseguita in una versione da brividi e “To The Skies From A Hillside” infiamma i presenti.  “Not for Want of Trying” prova ad essere il finale della serata, in una versione coinvolgente e molto convincente, che manda il pubblico in visibilio.

Al grido in sala we want more, i Maybeshewill ritornano sul palco per il vero finale, con due bis d’eccezione tratti dal loro album d’esordio. “Seraphim & Cherubim ” fomenta il pubblico, mentre il loro pezzo più amato “He Films The Clouds, Pt.2” chiude la serata nel suo coro unisono. Poi le luci si riaccendono ed i presenti hanno un particolare sorriso nei loro volti. Una bella serata, ed un plauso agli organizzatori, che unendo 3 realtà  diverse, hanno convinto il pubblico accorso all’Init per questo bel 1 ° aprile.