Kieran Hebden è uno evidentemente generoso. Mai parco di uscite discografiche, tra un Lp e un altro ci infila sempre qualche 12″ la cui qualità non è per niente paragonabile ad una pubbblicazione minore. “Pink” non è un vero e proprio nuovo disco a nome Four Tet, ma è una raccolta di brani pubblicati in ordine sparso negli ultimi anni, finalmente organizzati in scaletta e offerti esclusivamente in formato digitale. Pare che solo per il mercato giapponese sia prevista un’uscita fisica, probabilmente in vinile. Ancora abbagliati da quel capolavoro datato 2010 di “There Is Love In You”, ci accingevamo all’ascolto di questa raccolta con molta curiosità e un pizzico di scettisismo dovuto al dubbio che potesse trattarsi di una mera operazione di marketing. Si dalle prime battute di “Locked” si capisce che la qualità è come al solito sopra la media, tra ammiccamenti al dancefloor, minimalismo folktronico e accenni dubstep.
Impossibile parlare di “scarti”, di brani che non avrebbero meritato la collocazione su un album finito quando si parla di Four Tet, anche se per forza di cose non siamo al cospetto di un capolavoro. La raccolta è comunque la summa di uno stile consolidato negli anni e di una capacità compositiva fuori dal comune. Quasi come un fulmine a ciel sereno, riesce a conquistare un posto nei nostri cuori con la sovrapposizione di loop, suggestioni ballabili e progressioni sintetiche a cui ci ha sempre abituati. Difficile non amarlo e, ancora più difficile non alimentare la curiosità per quello che in futuro potrebbe essere il vero e proprio nuovo album di Four Tet.