I Killers sono una di quelle band che ti piacciono, in un modo o nell’altro ti dicono qualcosa, e nessuno li odia, al massimo non li ascolta. “Battle Born” (motto dello stato del Nevada) è un album che ad un primo ascolto sembra non avere pezzi storici, eppure alla fine ti rimangono in testa, un ritornello, una frase, un passaggio, qualcosa di ogni canzone insomma.
Già “Flesh and bone” è una di quelle, per non parlare di “Runaways”, versione modernizzata di un Bruce Springsteen da stadio senza rinunciare alle atmosfere sognanti e leggermente malinconiche alla Killers appunto. Il pianoforte c’è sempre, e questi sono i Killers che ci ricordano i Queen, e quindi ci piacciono.
Nuove scoperte in casa “assassini”, che con “Here with me” tirano fuori dal cilindro nero una ballad davvero bella dal punto di vista vocale. Atmosfere alla Muse all’inizio di “Deadlines and Committments” e ritorno al passato personale con “Miss Atomic Bomb” che ha la stessa struttura di “Human” (dall’album “Day & Age”) e anche la sequenza di accordi in alcuni punti ehm ehm”… .
E se dobbiamo dire che “Heart of a girl”, la più lenta, la più tranquilla, la più gioiosa, la meno “Killers” è anche il punto focale e più brillante dell’album vuol dire che qualcosa è cambiato: un climax che ha il suo punto più alto ovviamente nel finale dove è un tripudio di voci e accenni a cori gospel e campanelle natalizie”… beh in realtà forse la più allegrotta è la successiva “From here on out” dove sembra esserci anche (udite udite) un assolo di chitarra! Ma forse ce lo dovevano, visto che lo stile ricorda giusto un pochino tempi non proprio recenti”…
“Be still” viene rovinata da una drum machine che non c’entra niente con il resto: un capolavoro di canzone, con tastiere lanciate verso l’infinito, voci che si intrecciano e pure una timida chitarra acustica”… rovinata. E poi “Battle born” che nella strofa è brit-pop puro, mentre nel ritornello è un omaggio ai Queen per le parti vocali e per i baffi di Brandon Flowers. Una canzone spaziale nel finale, emblema di un album dagli scenari apocalittici sotto la componente lirica, ma che è molto rassicurante dal punto musicale (a proposito: “Prize Fighter” bonus track è un tripudio in questo senso”).
Insomma, bisogna dar battaglia, sempre: ma if you never burn, you’ll never shine.
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2. Runaways
3. The Way It Was
4. Here With Me
5. A Matter Of Time
6. Deadlines and Commitments
7. Miss Atomic Bomb
8. The Rising Tide
9. Heart of a Girl
10. From Here on Out
11. Be Still
12. Battle Born