Primo lavoro “lungo” per questo sodalizio che segna l’incontro tra la voce urticante e feroce di Stefania “?Alos” Pedretti e la tonnellata di strumenti più o meno convenzionali aggrediti da Xabier Iriondo, “Endimione” giunge a meno di un anno di distanza dall’EP che aveva rivelato la musica non convenzionale del duo. Il titolo dell’album è mutuato dalla mitologia greca che vuole Endimione figlio di Zeus e della ninfa Calice, una figura sulla quale le storie sono molte e discordanti ma tutte convergono sul suo essere notturno e per sempre giovane. Nella composizione di “Endimione” i due musicisti hanno dichiarato di essersi ispirati ai “Madrigali” di Antonin Artaud opera che, mi scuserete, ad oggi ignoro.
Quello che posso dire è che questo disco sarà per pochi, pochissimi appassionati (d’altra parte l’uscita esclusivamente in vinile va già in quella direzione), perchè si tratta di un disco ostico, meraviglioso e orribile allo stesso tempo, fatto di musica che non lascia mai in pace l’ascoltatore. Le sperimentazioni, le dissonanze e lo stratificarsi di suoni e rumori sono portati all’estremo, la voce declama ma il più delle volte strepita, si fa grido isterico. Elettricità , elttronica e stralci di ricordi a transistor si susseguono, lasciando inebetiti di godimento o desolazione, questo dipenderà dal semplice gusto personale e da ciò che alla musica si è soliti chiedere. Ci sono ben poche certezze in me dopo averlo ascoltato: dove arriva la passione per la ricerca e dove (e se) comincia lo sfoggio di stranezze, domande che è bene non farsi. Di certo non un disco per i fan dei Mumford & Sons, nè per gli spot pubblicitari di macchine di lusso. Per questo motivo il giudizio da parte mia è sospeso, perchè non è questa musica da rating. Fate una cosa: andate a sentirli dal vivo appena ne avete la possibilità , suonano spesso e difficilmente a pagamento, perchè non c’è modo migliore di entrare in contatto con questa creatura del live. Che vi piaccia o no avrete sicuramente fatto un passo avanti nelle esperienze di vita.
2. Robert Mortier
3. Marguerite Jamoi
4. Florent Fels
5. Simone Dulac
6. Genica Atanasiou
7. Charles Dullin
8. Cruel Restaurant