Aberystwyth è una città di 15.000 abitante, nel mezzo del Galles. Tra la “gente di Aberystwyth” spicca il compositore Edward Edwards e pochi altri tra calciatori, DJ radiofonici e politici. Eppure, sulle rive del fiume Ystwyth si è formato il gruppo Race Horses, il mix perfetto di Duran Duran, Kaiser Chiefs, The Housemartines.
Conosciuti come Radio Luxembourg, il gruppo è recentemente rinato sotto nuova forma, regalando un quantomeno inusuale incontro di New Romantic anni 80, britpop primi anni 90 a là Pulp e il baroque-cabaret dei Kaiser Chiefs di “Employment”. La quintessenza della Union Jack più di nicchia (non troverete menzioni ai fratelli Gallagher), spesso sottovalutato all’estero, e conosciuto solo dagli ascoltatori più ostinati. Nonostante la formula non introduca essenzialmente nulla di nuovo, ma si ostini a shakerare diversi stili, il fatto che si discosti dalla tendenza lo-fi, vagamente shoegaze e punkeggianti che sta contagiando le band inglesi lo rende sicuramente degno di nota. I brani sono orecchiabili, provvisti di coretti e assoli di pianoforte (“Sisters”), con un tocco di “Radio Gaga” in “Nobody’s Son” giusto per dare una sfumatura disco, che non guasta mai.
Non mancano accenni elettrici, soprattutto nelle ballate, rendendole gradualmente dissonanti (“What am I to Do”, “Old and New”), come a incrinare quella patina glitterata che sembra ricoprire buona parte dei brani; basta dare un ascolto all’intermezzo “World 6”. A ribadire questa dissonanza, i testi parlano di frustrazione, abbandono e relazioni sfortunate, quasi a voler segnare un profondo ossimoro tra i temi e la musica vagamente electro e poppeggiante (“Bad Blood”).
Se si smette per un attimo di giocare a “trova le influenze”, si può andare ben oltre il viale dei ricordi e scoprire che i Race Horses hanno offrire molto più di cori in falsetto ed electro-beat sincopato.