Non è semplice spiegare cosa ne pensi di questa terza stagione dell’acclamatissimo, e distribuitissimo all’estero, serial Rai senza prima spendere qualche parola sul mio giudizio sulle prime due. E dunque eccolo qua, stringatissimo: al netto di qualche forzatura in molteplici direzioni (sia sul versante atmosfera coccolosa nel carcere minorile che su quello violenza, tra barbieri e pizzaioli le lame circolano nel carcere come niente fosse), la serie raccontava storie interessanti, in linea di massima anche plausibili, affrontando lodevolmente diverse tematiche spinose della contemporaneità in un contesto non semplicissimo come certi quartieri di Napoli, ma anche riprendendo altri eventi di cronaca (come ad esempio la sfigurazione mediante acido).
Questa, chiamiamola così purezza, va del tutto a puttane in questa terza stagione.
Tra l’episodio 3 e l’episodio 6 la serie compie infatti un tremendo e lunghissimo salto dello squalo al ralenti: il chiattillo e Naditza giocano a Bonnie & Clyde lungo la costa tirrenica, Rosa Ricci si aggira per le celle dell’ala femminile roteando una sorta di arma medievale creata infilando la caldaia di una macchinetta del caffè in un calzino, Edoardo commissiona omicidi, Viola rapisce infanti e minaccia di lanciarli dal tetto del carcere, il ministero infiltra spie nel IPM.
E questa è la parte buona della stagione, quella che bene o male intrattiene e ti fa fare qualche grassa risata all’insegna del cringe.
La seconda parte è uno strazio vero, con le storyline allungate fino allo strenuo e l’interesse ormai latitante, riacceso a sprazzi da un amore omosessuale ed Edoardo, anche lui latitante, che intravede la tetta di Liz (la fu Monella, Anna Ammirati).
Il cliffangher del quale non frega un cazzo a nessuno promette una quarta stagione che sarà, manco a dubitarlo, seguitissima, ma le speranze che la serie torni sui binari dignitosi dei suoi inizi sono ormai sepolte.
Buone al solito la maggior parte delle interpetazioni, su tutti quelle di Edoardo e di Artem, così come quella di Silvia. Peccato per Cardiotrap, fino alla seconda stagione migliore personaggio in assoluto e qui ridotto a fantasmino piangente e dolente. Orribile al solito Viola, al quale avrei dato qualche macchinettata del caffè in faccia anche io al grido: ij te vatt tutt e juorn.