Quella dei Molotoy è una musica quasi esclusivamente strumentale, visiva e visionaria. Le parole vengono usate con parsimonia e mai a caso per creare un percorso sonoro originale e non scontato. Il disco d’esordio del terzetto romano, “The Low Cost Experience”, è uscito a dicembre per la Modern Life.
Ciao Molotoy e benvenuti su Indie For Bunnies. La vostra musica è una fusione di classico e moderno: strumenti più tradizionali, sonorità elettroniche e tanta tecnologia. Vi va di spiegare brevemente come utilizzate il controller Wii e l’I Phone per creare il vostro sound?
L’idea di utilizzare strumenti “poco convenzionali” quali controller Wii, iPhone e iPad nasce dall’incondizionato amore, di alcuni di noi, per le nuove tecnologie. Abbiamo voluto sfruttare queste diavolerie oltre il loro utilizzo ortodosso, sviscerarle il più possibile cercando di sfruttare a pieno le loro potenzialità creative. L’utilizzo si basa molto semplicemente su un protocollo chiamato OSC, che non fa altro che sviluppare un routing wireless sui nostri computer, e poi tramite una semplice mappatura midi, possono essere usati per pilotare plugins, sintetizzatori, drum machine e chi più ne ha più ne metta.
I vostri concerti sono un’esperienza a trecentosessanta gradi, soprattutto grazie alle luci pulsanti e alle proiezioni che integrano e arricchiscono i pezzi. C’è un rapporto molto stretto tra la musica e le immagini che la accompagnano. Avete un modo particolare per scegliere i visuals da associare a ogni canzone? Seguite l’ispirazione o c’è un filo conduttore che li lega, una specie di racconto?
Ci sono entrambe le componenti. A volte durante la composizione in sala abbiamo un filo narrativo/musicale a cui ci atteniamo, quasi fosse un canovaccio mentale che ci permette di dare un senso al brano. In questo caso l’idea di fondo che ha spinto la composizione la teniamo anche per il video, per dare un continuum tra musica e immagini. Altre volte invece riprendiamo il concetto del noise in musica; immagini random ma tutte assolutamente a tempo che vogliono esprimere una sorta di caos organizzato, un flusso di coscienza/incoscienza.
Sempre riguardo al rapporto tra musica e immagini, la copertina di “The Low Cost Experience” colpisce al primo sguardo. L’artwork è opera di Jessica Angiulli di Vocisconnesse / Diramazioni.it. Come mai questa scelta?
Avevamo in mente di realizzare un artwork che rimandasse velatamente alle cover dei vecchi vinili del progressive anni ’70, piene di suggestioni, di quelle che resti a guardare continuamente per trovare rimandi e dettagli. Un nostro amico comune ci ha consigliato di guardare i lavori di questi due bravissimi ragazzi. Abbiamo iniziato a lavorare su un’idea che si è poi sviluppata fino ad arrivare a questo risultato di cui siamo veramente soddisfatti. La copertina ha diverse letture, ad esempio l’utilizzo di colori forti, di tinte cupe portano quasi a un sovraccarico dell’immagine, e rispecchia perfettamente anche i nostri pezzi, in cui si amalgamano suoni, si sovrappongono strutture tonali fino a creare il nostro stile.
Il vostro è un disco pieno d’influenze diverse, a volte sembra quasi di star sentendo una radio che cambia frequenza e passa da una stazione all’altra. Però non si ha mai l’impressione di avere nelle orecchie qualcosa di disordinato o caotico. E’ come se alle spalle ci fosse un’idea di base ben precisa a cui vi attenete. E’ così?
Non c’è mai stata un’idea di base intesa come concept, direi più che altro che c’è stata una fusione tra diverse influenze musicali e umorali. Proveniamo da esperienze tra le più disparate e ognuno di noi ha suonato i più svariati generi musicali. Tutto questo, mescolato, ha portato alla varietà sonora. Il collante che non porta disordine, direi che è dato dalla volontà di lasciar scorrere le tracce senza che non si avverta la mancanza della voce, e quindi, lavorando con molta attenzione sulle melodie.
In “Werther” ospitate Lorenzo Lambiase alla voce. Come è nata questa collaborazione?
Lorenzo è un amico ormai da molto tempo. Ci sono state collaborazioni reciproche tra di noi, anche nel suo ultimo album. Le nostre “carriere” musicali sono andate di pari passo fino ad arrivare addirittura a far parte della stessa etichetta discografica. La collaborazione è stata assolutamente spontanea e ci sembrava giusto che prima o poi si sarebbe potuta creare questa fusione tra il suo stile cantautoriale e il nostro.
“Magical History Soup” è una traccia che attira subito l’attenzione, forse perchè “gioca”con la Storia (quella dei libri, quella con la S maiuscola) in modo inaspettato e diverso dal solito, ponendola fuori dal suo elemento naturale. Perchè avete deciso di inserire all’interno del pezzo proprio un breve estratto del Discorso Alla Nazione di Nixon, che ha segnato la fine della Guerra in Vietnam, affiancandolo a una frase tratta da una dichiarazione di George Bush padre del 1992? Semplice coincidenza o volevate dirci qualcosa?
Decisamente nessuna coincidenza. La scelta di quegli inserti nasce da un’ispirazione data dall’atmosfera musicale del brano; da tempo avevamo l’idea di usare quelle voci, quei discorsi su un brano. Oltre la loro rilevanza storica avevano un qualcosa di musicale, di melodico. Le abbiamo provate su “Magical” e ci stavano alla perfezione. Da lì il titolo del brano è venuto di conseguenza.
Sul vostro profilo Soundcloud affermate che per voi i Molotoy sono “una necessità ” e “un modo economico di fare musica”. “The Low Cost Experience” di nome e di fatto quindi. Ma è più un’etica o una necessità ?
Direi entrambe le cose, ma non necessariamente per un discorso economico, più per una voglia di tornare a quella manualità che ci avevano insegnato da piccoli, quella di crearsi cose con le proprie mani, di studiare i processi e realizzarli da noi. Questo ci ha portato ad autocostruirci molti dei marchingegni che utilizziamo live, a eseguire le riprese di registrazione del disco nel nostro garage tutto da soli”… una sorta di ritorno a un artigianato creativo.
Tornando al rapporto tra musica e immagini, cosa rispondereste se vi offrissero di partecipare a un film, curandone colonna sonora? E’ un’esperienza che vi interesserebbe?
Non solo ci interesserebbe, ma proprio a proposito di colonne sonore, a breve avremo una grossa sorpresa per voi, ne riparleremo dopo l’estate.
Ultima domanda: progetti per il futuro? Qualche data live?
Progetti fortunatamente tanti, stiamo proseguendo con la promozione radio e stampa del nostro album, a breve presenteremo il nostro primo video mentre da metà Febbraio inizieremo con i concerti, il “Low Cost Tour” è alle porte!