In musica certi rapporti con le band sono come storie d’amore viste da una sola prospettiva, la nostra. Le si conosce, ci si innamora di un disco, di una canzone o di una semplice melodia. E’ come se si costruisse un rapporto fatto di grande passione difficilmente eterna. Quasi sempre si arriva ad un punto di rottura, spesso definitiva. Ma i bei dischi restano e un giro dentro le loro canzoni lo possiamo sempre fare. Come rituffarsi nei ricordi di qualcosa che il presente ci ha sottratto di mano. Sarò sempre affezionato al ricordo dei primi dischi dei Frightened Rabbit, letteralmente consumati ed anche oggi girano spesso nel mio lettore mp3. Ad ogni nuova corsa del loro percorso vengo preso da piacevoli ricordi e da qualche speranza, a dire il vero sempre più flebile. Tutto questo perchè le nostre strade si sono separate e credo che la colpa sia loro. Mi colpiva la loro capacità di scrivere bellissime canzoni che fondevano un’anima folk con un indierock chitarristico dalla voce melodrammatica. I Counting Crows che se ne andavano a braccetto con i Decemberists, per il mio cuore romantico una vera delizia.
Il precedente “The Winter Of Mixed Drinks” è stato un “mezzo tradimento”. Le canzoni non reggevano il confronto con la produzione precedente ed il marchio di fabbrica della band scozzese prendeva la via di un indierock ad alta fedeltà con un bel po’ di chitarre a sovrastare tutto e a soffocare le bellissime melodie. Anche in questo caso l’entusiasmo ha fatto abbondante spazio alla delusione. Non che “Pedestrian Verse” sia così brutto, ma è sempre lì per decollare e non lo fa mai. Un bellissimo aereo sempre in rampa di lancio e mai in volo. L’involuzione stilistica del lavoro precedente si arresta solo in piccola parte, presentando un pop rock banale che strizza l’occhio alle melodia da stadio senza strafare; si lascia ancora da parte la componente folk che era l’ingrediente essenziale del loro mix di rotondità chitarristiche e intimismo intinto nello zucchero a velo. Nel complesso le canzoni riescono un po’ meglio ed in parte salvano un prodotto che si lascia ascoltare senza particolari sussulti.
Per le storie di passione è un po’ poco per andare avanti, preferisco di tanto in tanto ripescare i primi due dischi e abbandonarmi a quelle emozioni forti che mi avevano riempito tante giornate. Come quando una storia finisce perchè semplicemente le strade si sono separate senza che potessimo far nulla. I bei ricordi del passato restano indelebili, ma il presente è un’altra cosa. Che poi tutte le storie d’amore sono una questione di canzoni riuscite o meno. Mi sa che non i Frightened Rabbit ho chiuso, ma senza drammi. Al prossimo incontro gli sorriderò ancora e ascolterò senza aspettarmi nulla. Cosciente di essere andato avanti, gli impedirò di deludermi ancora.
Photo: Anna Hanks from Austin, Texas, USA, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons