Ammetto senza remore che è abbastanza strano scrivere di un artista che ha appena partecipato al Festival di Sanremo, con gli stessi risultati dei Radicali (o come si chiamano ora) alle ultime elezioni tra l’altro: non ho tanti pregiudizi musicali, ma Sanremo non rientra quasi mai tra i miei interessi. Non mi capita di guardarlo: la sera esco, oppure c’è la Champions o preferisco guardarmi un film o una qualche puntata. Ascolto assai raramente la radio e dunque non ho neppure occasione di captare i pezzi in gara. In generale subisco davvero poco fascino dal circo televisivo.
Ecco, Andrea Nardinocchi mi ha costretto a lasciar perdere questa personale idiosincrasia per sedermi in poltrona a gustarmi la sua breve, quanto riuscita, esibizione festivaliera.
Ma chi è Andrea Nardinocchi?
Scoperto recentemente dal rapper Dargen D’Amico e lanciato dal singolo dello scorso anno “Un Posto per Me” (meraviglia soul antigravitazionale), è ben presto approdato presso uno dei colossi discografici italiani e si è ritagliato un suo spazio nel nostro panorama musicale.
Cristallino talento da interprete black e gusto contemporaneo caratterizzano questo album d’esordio e il biglietto da visita, quella “Storia Impossibile” presentata a Sanremo (tre minuti di intimismo soul-pop contaminato da germi uk-garage), s’inserisce perfettamente in un disco che sa essere certamente commerciale e altrettanto valido qualitativamente: un binomio che più facilmente appartiene a produzioni americane, piuttosto che al panorama pop italiano.
Dall’ottima “Persi Insieme” alle incursioni hip-hop (soprattutto l’irresistibile “Tu Sei Pazzo” con l’eccezionale intervento di Marracash), dallo scherzo electro de “Le Labbra Screpolate” all’avvolgente e riflessiva “Bisogno di Te”, dalla violenta dubstep di “Non Mi Lascio Stare” al gusto urban di nuova generazione (Frank Ocean e The Weeknd) di “Amare Qualcuno” Andrea mostra di aver fatto proprie lezioni diverse (Jamie Lidell, evocato anche nei live-set; il pop caleidoscopico degli Amari; la scrittura raffinata della scuola romana, specialmente del Niccolò Fabi del secondo album, privato e piuttosto synthetico) e di saperle condensare in uno stile personale.
“Il Momento Perfetto” è un debutto notevole, che svela la valida e originale cifra stilistica di Andrea Nardinocchi e, soprattutto, nei suoi quaranta minuti scarsi propone un connubio tra qualità e mainstream altrimenti difficilmente riscontrabile nei territori della musica italiana.
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2. Un Posto per Me
3. Storia Impossibile
4. Persi Insieme
5. La Labbra Screpolate
6. Tu Sei Pazzo [feat. Marracash]
7. Le Pareti [feat. Danti]
8. Non Mi Lascio Stare
9. Bisogno di Te
10. Con Uno Sguardo
11. Amare Qualcuno
12. Come Stai