è un artista incredibile, Billy Bragg. Ma sembra che spesso e volentieri questa cosa se la dimentichino in troppi. Non è semplice riunire Dylan e i Clash nella stessa persona, ma il buon vecchio Billy in anni di onorata carriera ci è riuscito splendidamente. Con parole pungenti e colme d’ironia, sparate attraverso l’ausilio di una chitarra una volta sferragliante e poi acustica, con toni che sanno essere sia incendiari che struggenti. Si può anche discutere di come quest’uomo assieme ai Wilco, sia riuscito a riportare in vita i testi di Woody Guthrie rimasti sepolti. Senza poi contare il suo sguardo puntato verso l’orizzonte, con gli occhi spalancati e il pugno sempre alzato. La Sinistra di Billy Bragg non è tronfia e seriosa; ma vivace, combattente, anti ““ retorica: la sua concezione di canzone politica è quella col sorriso sulle labbra ma col cervello sempre acceso e aperto. è quella del ragazzo che non cercava una nuova Inghilterra, ma solo un’altra ragazza.
Alla luce di tutto ciò, è giunto il momento di parlare del nuovo disco, che vede il ritorno del cantautore inglese a cinque anni dal sottovalutato “Mr. Love & Justice”.
In “Tooth & Nail”, Billy Bragg mette parzialmente da parte la politica, per schierarsi quasi del tutto dalla parte di se stesso, in un lavoro che di intimo ha anche il suono acustico e avvolgente, risultato dell’ottima registrazione effettuata in presa diretta nel giro di pochi giorni da Joe Henry. Dodici splendidi episodi, estremamente introspettivi, che fanno parlare l’Uomo, con pochi riferimenti a tutto quel che gli ruota attorno. è il “Blood On The Tracks” che mancava alla sua carriera, un disco urgente nonostante i cinquantasei anni del suo autore: canzoni da pelle d’oca, cantate con una voce che con gli anni si è fatta sempre più profonda e più bella; canzoni capaci di far male nonostante la loro dolce apparenza (“Goodbye, Goodbye”), magistrali episodi folk ““ rock (“No One Knows Nothing Anymore”, “There Will Be A Reckoning”) e ballate dylaniane (“January Song”). “Ain’t Got No Home” è una cover dell’altro Maestro, Guthrie; mentre la conclusiva “Tomorrow’s Going To Be A Better Day” è un efficacissimo sunto della filosofia braggiana: un critico e pacato sguardo di positività per combattere contro un cinismo oggi fin troppo imperante.
Ci voleva, un disco come “Tooth & Nail”. Si piazza infatti tra i migliori sfornati da questo fantastico britishman, che ha dalla sua anche l’accortezza e il buon gusto di mettersi a scrivere e a lavorare su nuovi pezzi quando glielo lo chiede l’ispirazione, evitando di far uscire roba che è tanto bellina quanto inutile.
Si attende adesso un nuovo tour, mentre questo gioiello compie il suo ennesimo passaggio nel lettore: cosa doverosa, anche solo per sentirsi persone migliori.
Credit Foto: Jacob Blickenstaff