Suona maledettamente bene il nuovo EP omonimo dei torinesi Primovere. L’intento della band piemontese è quello di descrivere la magia dell’attimo che intercorre tra il disgelo invernale e l’arrivo della primavera. Si tratta, infatti, di quattro brani dal forte respiro internazionale, dove intimismo ed atmosfere oniriche si fondono in maniera così incisiva da diventare una sorta di rifugio metaforico per l’ascoltatore.
“Dopamine”, per esempio, oltre ad essere la traccia numero due dell’EP, rappresenta anche uno dei brani più significativi del lotto. Così come il pezzo che apre le danze, “Funeral”. Ascoltare “Primovere” significa immergersi nel mood riflessivo (e poetico) di un universo sonoro che spazia da un genere all’altro senza mai trascendere nella banalità stantia del già sentito.
Sanno il fatto loro i Primovere, e si sente. Il suono graffiante delle chitarre, fra una nota e l’altra, echeggia come un tuono in un temporale estivo. Mentre, a tutto il resto, ci pensa la voce calda del singer, Federico Norcia (già The Circle).
“Primovere”, dunque, è un lavoro schietto, diretto, curato in maniera quasi “artigianale”. Musicalmente, una piccola gemma autunnale dal retrogusto primaverile. Chapeau.
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