Quella di “Down There!” è la storia di una metropoli (Londra), di un collettivo, di una tastiera Roland, di quattro ragazzi inglesi – i Folly Group – che dopo essersi fatti conoscere dalla scena musicale alternativa grazie alla pubblicazione di due fortunatissimi EP – “Human And Kind” e, soprattutto, “Awake And Hungry” – adesso puntano a valicare i confini del post-punk ed a diventare sempre più virali.

Credit: Matt Ritson

Sean Harper e soci, infatti, hanno confezionato un disco (via So Young Records) – il loro debut, tra l’altro – magnificamente variegato, in cui è pressoché impossibile non denotare una cura certosina per ogni minimo dettaglio. Del resto, l’Arte – quella vera – è racchiusa nei particolari. Anche in quelli più invisibili. E di Arte, nei dieci brani che compongono la tracklist di “Down There!”, ce n’è veramente tanta.

Hanno fatto le cose per bene i Folly Group, e si sente. Sin dal brano iniziale, “Big Ground”, che si intrufola nella mente di chi ascolta come una sorta di diabolico jingle pubblicitario. Altro che elettronica e chitarrine, la formazione anglosassone sciorina le sue armi migliori quando spazia su più fronti sonori. Come nel caso della stratosferica, “I’ll Do What I Can”, in cui un andamento quasi new-wave fa da (splendido) contraltare ad un ritornello che è tra i più incisivi del lotto. E cosa dire dell’utilizzo sapiente delle tastiere (sì, proprio delle iconiche Roland vintage, almeno a detta della band), se non che i Nostri sappiano già decisamente il fatto loro?

E se “Bring Night” si muove, tutto sommato, su dei territori piuttosto familiari, “Freeze”, almeno per chi scrive, è una delle perle più pregiate di questo esordio così dannatamente sfavillante. Si tratta di un pezzo magistralmente suonato, dove la band formatasi a sud di Londra sfoggia un sound che si divide a metà fra una melodia dal retrogusto novantiano ed un beat che sa di luccicante modernità.

È una boccata d’aria fresca, questo “Down There!”, altroché. Prendete la maestosa ricercatezza di un brano come “Nest”: cinqueminutiepassa di atmosfera spettrale coadiuvata da un cantato che sa di epico sin dalla primissima nota. Le taglienti linee di basso di “New Feature” e l’esplosività contagiosa di “Pressure Pad“, rendono l’esordio dei Folly Group ancor più pregevole. Per non parlare della poeticità dei testi che, pur perdendosi – talvolta – in simposi un pò (troppo) generazionali, si discostano nettamente dalla banalità sempliciotta delle lyrics che si ascoltano in altri lidi.

Volendo azzardare una specie di metaforica similitudine, potremmo paragonare “Down There!” al riassunto musicale di quelle che sono le dinamiche – a volte ai limiti dell’alienazione – di quattro giovani artisti all’interno di una grande città. Cantano storie alla portata di tutti, i Folly Group e per questo, maledettamente globali. La loro, è musica caleidoscopica, una tavolozza di colori da cui attingere, di volta in volta, tonalità e sfumature che sanno di armocromia-indie.  

Tradotto in soldoni, lunga vita ad esordi del genere.