Jess Williamson torna finalmente in Europa a presentare il suo quinto LP, “Time Ain’t Accidental“, uscito lo scorso giugno via Mexican Summer: nel frattempo la musicista nativa di Dallas aveva pubblicato a ottobre 2022 anche un disco con le Plains, il suo progetto insieme a Waxahatchee.
Chi scrive aveva visto la statunitense dal vivo in una venue segreta a Parigi nel settembre 2018 e ci fa piacere potere assistere a un altro suo concerto, sebbene qui in versione solista: Jess è tornata a Londra ieri per il suo concerto al Lexington, in occasione del Five Day Forecast, la rassegna che The Line Of Best Fit organizza a gennaio di ogni anno per presentare soprattutto artisti emergenti.
Il concerto è andato subito sold-out e la Williamson ha deciso di aggiungere un’altra data per il giorno successivo (appunto oggi), andata anch’essa esaurita in pochi minuti, costringendola a spostarsi al Moth Club, una venue decisamente più larga.
Anche qui i biglietti sono, però, terminati già da qualche giorno, segno di un interesse importante per la musicista di stanza a Los Angeles.
La fredda serata londinese sembra potersi scaldare proprio grazie alla musica della statunitense: come da programma la Williamson sale sul palco della venue di Hackney alle nove in punto davanti a una sala molto piena e felice di ascoltare la sua musica.
Con uno splendido vestito rosso, Jess si presenta al pubblico della capitale inglese con “Sorceress”, title-track del suo album del 2020: sebbene sola con la sua chitarra, i caldi arpeggi che riesce a disegnare sanno comunque emettere un’incredibile dolcezza che arriva diretta al cuore dei numerosi presenti con il suo ritmo tranquillo.
Subito dopo ecco “Picture Of Flowers”, una canzone che, come racconta la Williamson, è stata scritta poco dopo l’inizio della pandemia, quando “Sorceress” stava uscendo e il suo tour era stato cancellato: anche se manca la presenza di Hand Habits e di Jarvis Taveniere, presenti sulla versione originale di questo singolo benefico uscito a giugno 2020, la grande emotività del brano non viene a mancare, così come la sua delicatezza, sebbene un velo di malinconia si possa scorgere facilmente.
E’ dolorosa anche “Wind On Tin”, che parla della città di Marfa, in Texas, dove Jess si è recata per il funerale di un suo caro amico, mentre “Abilene”, uno dei due estratti stasera dall’album delle Plains, cammina verso territori country-folk, ma ciò che ci colpisce di più sono la sua dolcezza e i suoi toni riflessivi.
Subito dopo ecco un esperimento: “Stampede”, infatti, è stata scritta al piano, ma questa sera viene ovviamente eseguita con la sola chitarra. Il risultato è toccante e suggestivo anche in questa versione speciale, grazie anche agli ottimi arpeggi della Williamson.
E’ poi il momento del recente singolo “Hunter” da “Time Ain’t Accidental”: l’atmosfera rimane calma e i vocals tenui, ma il ritornello si fa più poppy e catchy grazie alla sua favolosa melodia, senza perderne sotto il piano della passione.
Prima di “God In Everything” Jess spiega che durante la pandemia, mentre era sola a casa ovviamente non aveva nessuno con cui suonare e allora si è fatta aiutare dal suo I-Phone e così farà anche stasera: un bellissimo e luminoso pezzo country-folk in cui escono battiti di batteria e arpeggi di pedal steel.
A chiudere il mainset ci pensa la title-track dell’ultimo disco, “Time Ain’t Accidental”, dove è aiutata (digitalmente) dalle aggiunte di beat e del banjo: seppur piena di sentimenti, risulta meno laguida alla versione del disco, ma è comunque emozionante.
Tempo di bere un sorso di birra e via con il brevissimo encore composto dalla sola “I Walked With You A Ways”, title-track dell’album delle Plains, che regala gli ultimi momenti di intimità della serata ai fan inglesi.
Un’ora precisa per Jess che, seppur accompagnata solamente dalla sua chitarra, ha saputo donare ai numerosi presenti tanta grazia, poesia, gentilezza ed emotività attraverso la sua sempre splendida musica.