Carriera eclettica quella di Paolo Zangara, bassista di formazione e membro di Volta, Ophiuco e LO.MO, che ha sperimentato diversi generi musicali spingendosi fino alla drum & bass con gli IK 14. “Scusi dov’è il bar?” suo primo album solista nasce nel 2020 in una pausa tra i vari lockdown dopo ore passate a guidare verso casa e fumare con musica jazz alla radio in sottofondo.
“I Fall In Love Too Easily” di Chet Baker ascoltata quella sera ha fugato ogni dubbio. Decisivi l’incontro e la collaborazione ormai di lunga data con Lory Muratti che ha prodotto il disco nel suo studio / factory / etichetta The House Of Love, suonando anche la chitarra elettrica e partecipando attivamente a diversi brani.
Accompagnato da un manipolo di fidati musicisti – Roberto Talamona, Mauro Brunini, Tarcisio Olgiati a chitarra tromba e sax; Mauro Banfi al piano, Pier Tarantino e Francesca Morandi a batteria e contrabbasso – Zangara realizza canzoni melodiche e notturne. Un sound ricco di fascino ispirato anche dal cantautorato anni sessanta e settanta più tormentato, da Brel a Piero Ciampi, e dai mille volti incrociati nei bar dove molto se non tutto accade.
Brani nati con la chitarra acustica e poi arricchiti dalle voci di Leila Rossi ed Elisabetta Girola, da pianoforte e tromba che punteggiano “Silenzi Irrequieti”, “Giorni e Notti” e “Una Corsa”. Poesie in forma canzone come “Non Mi Sembra Un Capriccio” e spoken word (“Parole”) scivolano nel contrabbasso animato di “Sono Quel Che Sono” con un arrangiamento omaggio a Chet Baker da cui tutto ha avuto inizio.
“Senza Meta” in chiusura ha il sapore di un manifesto di vita, passo cadenzato e intensità per un album pregevole, in bianco e nero come lo stesso Zangara lo definisce, che va in cerca di sonorità calde e soft ma senza malinconie né tentazioni retrò, con le mente rivolta al presente e al futuro.